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Fra le macerie della dolorosa vicenda di Eluana Engaro, ...

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Che si sono sentite da una parte e dall'altra dei due schieramenti politici contrappostisi prima per ritardare o accelerare la fine della povera malata inerme, poi per rinfacciarsi colpe vere o presunte. O, peggio ancora, per specularci sopra. La palma di questa brutta gara del cattivo gusto se l'è attribuita, a mio avviso, il segretario del Pd Walter Veltroni con una intervista all'Unità di lunedì. Nella quale, con l'aria di volere denunciare una presunta speculazione di Silvio Berlusconi nel conflitto avuto con il capo dello Stato sul ricorso ad un decreto legge, ne ha imbastita lui una enorme ed effettiva. Dalla spazzatura di generici «ambienti bene informati» egli ha raccolto e lanciato «la tesi che Berlusconi vorrebbe andare alle elezioni anticipate per cercare di assicurarsi che il Parlamento che eleggerà il prossimo Capo dello Stato sia più controllabile» di quanto potrebbe risultare quello eletto alla scadenza ordinaria. Che coinciderà fra quattro anni con la fine del mandato di Giorgio Napolitano. Ma «più controllabile» per che cosa? La risposta se l'è data lo stesso Veltroni diffidando il presidente del Consiglio dal solo pensiero di poter succedere a Napolitano, che non a caso egli avrebbe cercato nella vicenda di Eluana di mettere in cattiva luce davanti all'opinione pubblica. «Se lo tolga dalla testa», ha detto testualmente Veltroni, prenotando il no del suo partito ad una candidatura di Berlusconi al Quirinale. E lasciando chiaramente capire che piuttosto egli preferirebbe aiutare l'elezione di Gianfranco Fini se nel nuovo Parlamento il centrodestra conservasse la maggioranza e potesse aspirare concretamente alla Presidenza della Repubblica. «Voglio sottolineare - ha detto Veltroni - l'autonomia del presidente della Camera. Ci sono avversari politici che conoscono bene la differenza che corre tra le istituzioni e una sezione di partito. Fini lo ha dimostrato in diversi passaggi», compresa la vicenda di Eluana, visto il dissenso da lui pubblicamente dichiarato dal tentativo di Berlusconi di intervenire con un decreto legge. Un dissenso confermato quando il conflitto tra Berlusconi e Napolitano è uscito dalle segrete stanze dei palazzi ed è emerso alla luce del sole, con una trasparenza non gradita ai soliti farisei. Figuriamoci come Veltroni sarà rimasto compiaciuto del termine «irresponsabile» gridato l'altra sera da Fini contro il collega di partito Maurizio Gasparri, capogruppo del nascituro Partito del Popolo della Libertà al Senato, che aveva osato commentare la morte di Eluana parlando delle «firme messe e non messe».

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