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Moda italiana in crisi, Ferrè vicino al crac

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Ieri a gettare la spugna è stata la It Holding, società della moda quotata a Piazza Affari e tirolare dei marchi Ferrè, Malo ed Extè, si arrende e dopo una lunga trattativa per uscire dalle difficoltà finanziarie con l'aiuto di un nuovo alleato, ha deciso di chiedere l'ammissione all'amministrazione straordinaria per la controllata Ittierre. I titoli della società della moda di Tonino Perna sono stati sospesi a tempo indeterminato dalle contrattazioni a Piazza Affari. Mentre l'agenzia di rating Moody's ha immediatamente declassato al livello di default (insolvenza) il giudizio sulla società (da Ca a D). Sono questi i primi sviluppi nella vicenda dopo che il gruppo che controlla Gianfranco Ferrè, Malo ed Extè si è arreso alle difficoltà finanziarie decidendo appunto di chiedere per Ittierre l'ammissione alla Legge Marzano. Il tempo non era più sufficiente per tentare la via del salvataggio con l'ingresso dei fondi di private equity, che si era delineata negli ultimi giorni dopo la scomparsa dal tavolo delle trattative dell' imprenditore cinese Billy Ngok. Il ministero delle Attività produttive dovrebbe procedere con la nomina di un commissario straordinario già nell'arco di una settimana. Spetterà quindi al manager indicato da Claudio Scajola decidere, come probabile, di estendere anche alla capogruppo lo status di amministrazione straordinaria. L'attesa che venga coinvolta anche la quotata nasce dal previsto default sul prestito obbligazionario in scadenza nel 2012. L'amministrazione straordinaria produce infatti l'immediata accelerazione del rimborso del prestito da 185 milioni emesso a suo tempo proprio per finanziare l'acquisizione di Ferrè. Formalmente, comunque, spetterà all'assemblea dei possessori delle obbligazioni procedere con la richiesta di accelerazione. La convocazione dei bondholder dovrebbe partire dalla banca fiduciaria (trustee), la Bank of New York di Londra. Le organizzazioni sindacali (Femca, Filtea e Uilta) hanno intanto espresso «forte preoccupazione» per i risvolti occupazionali della crisi It Holding, ricordando anche l'importanza che la società riveste nella filiera della moda italiana. I sindacati stimano che tra i marchi propri e i marchi in licenza, come Versace Vjc, Just Cavalli, C'N'C e Galliano, il gruppo conta circa 1.700 dipendenti e oltre 1.300 impiegati con stabilimenti in Molise, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia e ha un indotto che dà lavoro a circa 3.000 persone. I rappresentanti dei lavoratori hanno quindi sollecitato il Governo a intervenire per la difesa e la valorizzazione delle produzioni del 'made in Italy' e la difesa della sua occupazione. L'indebitamento del gruppo era pari a 295,4 milioni di euro al 30 settembre. Oltre al bond da 185 milioni, il resto del debito è rappresentato da linee di credito commerciali auto liquidanti e da un prestito sindacato sottoscritto da un gruppo di banche, guidate da Intesa come capofila. Ittierre ha sede a Pettoranello del Molise (Isernia) e si fanno crescenti i timori per l'impatto sull'indotto molisano delle difficoltà finanziarie dell'azienda (il quartier generale di It Holding è in corso Monforte a Milano). Alcuni consiglieri regionali hanno chiesto una task force presso la presidenza delle Giunta regionale per monitorare la vicenda. «Il Made in Italy non perderà il marchio Gianfranco Ferrè» ha spiegato Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda. «Sinceramente escluderei che il marchio possa sparire» ha concluso Boselli.

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