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Il Vaticano va giù duro. "Dio li perdoni"

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Così, proprio lui che si era, fino alla mattinata di ieri, distinto per la durezza dei commenti sul caso Englaro, ha aggiunto: «Il Signore le apra le sue braccia, e le porte del Paradiso e affidiamo alla misericordia di Dio chi ha fatto questa scelta. In questo momento dobbiamo avere uno spirito di perdono e riconciliazione, non avviare polemiche». Un messaggio di speranza che ha fatto comunque da preludio ad una dura critica a chi non ha voluto bloccare il protocollo e salvare la vita di Eluana: «Che il Signore l'accolga e perdoni chi l'ha portata a questo punto». Al tempo stesso esclude scomuniche automatiche per quanti l'abbiano aiutata a morire, come ventilato dal segretario per per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, monsignore Albert Malcolm Ranjith, poichè: «Il codice di diritto canonico - ha affermato Barragan - non esclude, neanche in questi casi, la possibilità del pentimento e della riconciliazione». E se Barragan cerca di non incrementare le polemiche lasciando spazio al perdono, un altro cardinale attacca chi ha deciso di lasciare morire una persona per disidratazione e denutrizione. A tuonare, senza mezze parole, è il cardinale portoghese Josè Saraiva Martins: «È stato un omicidio». Una frase glaciale, rilasciata dal porporato in un'intervista a www.papanews.it. E continua: «La morte di Eluana Englaro sottolineando di provare un grandissimo, immenso dolore davanti alla violenza con cui è stata soppressa questa vita umana. Hanno ucciso una persona innocente e incapace di difendersi: la vita è un dono di Dio e non avevano alcun diritto di appropriarsi di quella di Eluana. Nessuna legge umana può prevalere rispetto a quella divina dell'amore e della carità». Un intervento duro che però continua con un pensiero rivolto a coloro che si sono schierati per la morte di Eluana. «Uccidere, non importa con quali sentimenti, non è mai un atto di carità», ha proseguito ricordando le parole del Santo Padre Benedetto XVI che recentemente ha sottolineato come «l'eutanasia non è la soluzione ma solo una tragica e falsa risposta al dolore umano». Un appello che Martins usa come invito affinchè «si continui a lavorare al disegno di legge presentato in Parlamento dal governo in modo che Eluana possa essere davvero l'ultima persona fatta appositamente morire in Italia per disidratazione e denutrizione». Un pensiero condiviso da Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, «Speriamo almeno che Eluana non sia morta invano e che la rivolta morale del Paese faccia aprire gli occhi a tutti sul tema del diritto alla vita e della sua dignità fin dall'approvazione in tempi rapidi di una buona legge sul Fine-vita». «Eluana è stata uccisa. Davanti alla morte le parole tornano nude. Non consentono menzogne, non tollerano mistificazioni», scrive il quotidiano dei vescovi «Avvenire» nel suo editoriale che chiede: «Si indaghi fino in fondo, adesso che il "protocollo" è compiuto e il mistero di questa fine mortalmente ci inquieta». «Sono addolorato e sgomento per l'esito tragico di questa vicenda» ha detto il direttore dell'Osservatore Romano, il professore Giovanni Maria Vian. Mentre Benedetto XVI si è ritirato in preghiera nella sua cappella privata.

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