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I big europei a consulto per arginare il protezionismo

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Era quello che volevano il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. E ieri sono stati il presidente di turno dell'Unione europea, il premier ceco Mirek Topolanek, e la Commissione Ue a confermare che si sta lavorando ad una riunione fuori programma dei 27 leader europei, da tenersi entro fine mese a Bruxelles. Obiettivo ufficiale, in vista del Consiglio Ue di primavera, esaminare i risultati ottenuti con le misure anticrisi fin qui adottate e valutare la necessità di una revisione del piano di rilancio dell'economia europea adottato a dicembre, mettendo a punto strumenti più efficaci per affrontare la recessione. Obiettivo non dichiarato del vertice è invece quello di serrare i ranghi nelle fila europee, rafforzando il coordinamento tra i vari Stati membri ed evitando fughe in avanti dal sapore protezionistico. A chiedere una riunione straordinaria sono stati proprio Sarkozy e Merkel in una lettera congiunta inviata a Topolanek e Barroso, nella quale si sottolinea proprio la necessità di «proseguire con un approccio coordinato tra i vari piani per massimizzare i benefici a vantaggio di tutta la Ue». E della necessità di «un coordinamento migliore» ha parlato anche il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. I ministri hanno già cominciato il lavoro preparatorio del vertice di fine febbraio: non c'è ancora una data precisa, ma si parla di venerdì 27, dopo il G4 di Berlino programmato per il 22. I ministri di Eurolandia hanno messo sotto la lente tutti i piani anticrisi finora adottati. Compreso quello da 2 miliardi di euro varato venerdì scorso dal governo italiano, illustrato ai colleghi europei dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Un piano di incentivi per la rottamazione di auto ed elettrodomestici finalizzato all'acquisto di prodotti meno inquinanti. Dunque in linea con le indicazioni finora venute da Bruxelles. Ma a preoccupare sono le decisioni di quelle capitali che, di fronte all'aggravarsi della crisi, ritengono superato il piano europeo di rilancio dell'economia varato a dicembre. E da Parigi è arrivato l'annuncio del presidente francese, Nicolas Sarkozy, di un piano da 6,5 miliardi in soccorso delle case automobilistiche francesi Peugeot-Citroen e Renault, che potranno ricevere gli aiuti in cambio dell'impegno di mantenere in Francia i siti produttivi. «Sono preoccupato dal fatto che Stato membro dopo Stato membro si preparino piani e programmi propri», ha insistito Juncker, lamentando proprio la mancanza di un adeguato grado di coordinamento per evitare le distorsioni della concorrenza che avrebbero sulle economie europee un effetto ancor più devastante dell'attuale crisi. Infine, sul tavolo dell'Eurogruppo anche la possibilità di creare delle «bad bank» per farvi confluire gli asset tossici degli istituti di credito colpiti dalla crisi. L'ipotesi sarà oggi anche sul tavolo dell'Ecofin. Intanto si moltiplicano i tagli occupazionali nel settore dell'auto. Nissan Motor si prepara ad eliminare 20mila posti di lavoro, come risposta d'emergenza alla perdita che si profila al traguardo di fine esercizio pari a 2,2 miliardi di euro.

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