Eluana Englaro è morta
Eluana è morta. Già, è morta. Cinque lettere, due vocali e tre consonanti. Ma quante dissonanze. Un termine che arriva come una spada infuocata nelle coscienze di molti, ma non di tutti. Perché quel flash d'agenzia, che si fa largo sul video del terminale tra mille altre notizie, ricorda inequivocabilmente che fino a un attimo prima quella giovane donna era viva. E forse aveva ancora fame e sete di luce, di calore, di attenzioni diverse. Invece è morta da sola, non c'era nessuno vicino a lei. Alle 20,30 circa è arrivata dalla clinica «La Quiete» di Udine, la conferma ufficiale della direttrice dell'istituto, Ines Domenicali. La donna si è spenta alle 20 e dieci minuti. Ma più d'uno comincia a pensare che Eluana sia stata ammazzata. Ora che la morte è palese, anche i fautori dell'eutanasia provano a cercare una dichiarazione che rimetta le coscienze quiete, vicine a uno stato vegetativo. L'avvocato Campeis ha poche parole, ma il suo tormento è evidente: «Penso di aver fatto il mio dovere, fino in fondo e fino all'ultimo». Con gli occhi lucidi ha aggiunto: «Nesuno poteva sapere quanto sarebbe durata senza alimentazione e idratazione. Uno, due, tre giorni... sono commosso perché di fronte alla morte sopravvengono altre meditazioni. È bene fermarsi». Ma a muovere le coscienze ci pensano le campane della città che hanno accompagnato subito la notizia. E sui volti delle persone radunate 24 ore su 24 davanti all'ingresso della clinica compaiono le lacrime. Anche di chi ha appoggiato fino all'ultimo la decisione di Beppino, un padre che ha fatto di un profondo e comprensibile dramma umano, assolutamente privato, una tragedia italiana. E tra cera e lumini che già prendono odore e posizione in una camera ardente, c'è chi sfoga il proprio dissenso contro gli agenti della polizia giudiziaria che entrano nella struttura sanitaria: chiedono di fare giustizia sulla morte della donna alla quale tre giorni prima era stato staccato il sondino dell'alimentazione. Un protocollo stabilito dalla Corte d'Appello e dalla sentenza della Corte di Cassazione. I carabinieri, pochi minuti dopo la notizia del decesso, si sono recati presso la casa di riposo per sequestrare le cartelle cliniche della paziente. Il neurologo Gianluigi Gigli, dell'Università di Udine, ha sottolineato «la necessità di sottoporre ad autopsia il corpo di Eluana per accertare le cause di una morte così improvvisa». Ma, purtroppo, non c'era nulla di improvvisato.