Rotondi: "Non sarà l'eutanasia del governo"
«Non è la prima volta che un presidente della Repubblica non firma un decreto», commenta. Ministro, si è aperto uno scontro duro tra governo e presidenza della Repubblica. È una situazione grave? «Ripeto, non è la prima volta che è successo e la Repubblica sopravviverà anche questa volta. Ne può star certo». Berlusconi è arrivato a parlare di richiamo alle urne in caso non rifiuto del Quirinale. E ora? «Senta, l'eutanasia di Eluana non sarà l'eutanasia del governo. Mi consenta una battuta anche se il momento è quello che è». Era proprio necessario il decreto sebbene fosse nota la contrarietà del Quirinale? «Lei sta parlando con il cattolico credente che ha proposto di normare i diritti civili, che si è espresso a favore del divorzio breve e per questo è stato criticato dalla Chiesa. Le faccio questa premessa per dirle che stiamo parlando di beni disponibili. Mi segua bene ché è un passaggio delicato». Dica pure. «Allora, chi ha peccato non è detto che non debba avere diritti. Dobbiamo tenere distinti i piani, lo dico da cattolico». Ma questo è relativismo etico? «Il relativismo etico è una moda dei nostri tempi alla quale non mi associo». D'accordo, torniamo ad Eluana. E allora perché intervenire con quel decreto? «Perché fin qui le ho elencato dei casi in cui, come ho detto, parliamo di beni disponibili. Altra cosa è la "vita vita". Io lo dico così, "vita vita", ripetuto due volte». E che differenza c'è? «Voglio dire che siamo parlando di un bene indisponibile sul quale nessuno può intervenire, nessuno può dichiarare e decidere. Qui si sta introducendo un principio orribile». Quale, ministro? «Il principio è che qualcuno può intervenire e decidere della vita di qualcun altro. Insomma, in gioco è la vita di una persona. Dove vogliamo arrivare?». Dove vogliamo arrivare, ministro? «Arriveremo al punto siccome il nonno di cento anni non vive più bene è meglio sopprimerlo. No, per carità. Fermiamo questa mostruosità». Senta, però tutta questa vicenda è la sconfitta della politica. Si decide solo all'ultimo secondo utile. «Non c'è dubbio e non ho problemi a negarlo. Però stavolta almeno si è deciso, anche a costo molto alto». Ma ci voleva tanto a fare una legge sul testamento biologico? «Non ci voleva tanto ma questo è quello che accade quando si cerca il tetto perfetto. Quando si ricerca l'accordo impossibile che metta tutti d'accordo. Quando il meglio è nemico del bene». Ma ora come si esce da questa situazione? Non le sembra che si sia andati un po' tutti sopra le righe? «C'è stata una drammatizzazione. Ma è giusto che accada se si discuta della vita. Sarei preoccupato se fosse accaduto il contrario. Ora la politica saprà ritrovare tempi e modi per ricomporre tutto».