Guidi: contro la crisi non basta. Avanti con le infrastrutture
La cura d'urto non può che venire da un piano serio sulle infrastrutture». Guidalberto Guidi, presidente dell'Ancma, l'associazione delle imprese costruttrici delle moto, plaude alle iniziative del governo. Ve lo aspettavate un pacchetto così sostanzioso? «Lo speravamo. Il governo ha accettato tutte le nostre proposte ampliando la rottamazione. Il parco circolante è costituito da 9 milioni di motocicli di cui il 60% è costituito per il 40% di Euro 0, più inquinanti di un autorimorchio e il 20% di Euro 1 che hanno otto, nove anni quindi sono veicoli stressati. Il passaggio da un Euro 0 a un Euro 2 porta a una riduzione dell'inquinamento del 92%. Le moto sono sempre state escluse dagli incentivi. Quindi si dovrebbe pensare a incentivare la ricerca e lo sviluppo e supportare l'internazionalizzazione perchè i nostri marchi esportano il 90%». Che entità ha la crisi del settore dei motocicli? «Il mercato a gennaio è calato del 38% e in questi giorni, in attesa degli incentivi, si era fermato. Il governo si è mosso in modo tempestivo». Non c'è il rischio che nel medio termine, passato l'effetto incentivi, la situazione diventi più critica? «È evidente che ogni volta che si cerca di incentivare un settore c'è poi l'effetto ingolfamento ma oggi la situazione delle vendite è talmente drammatica che non si poteva non intervenire. Il settore rischiava grosso. Con questi incentivi stimiamo che nel 2009 ci saranno 120.000 motocicli in più su un mercato che normalmente non ne assorbe più di 500 l'anno». Voi esultate ma altri settori sono alle corde. «Nell'elettrodomestico la durata degli incentivi limitata a nove mesi e il collegamento con la ristrutturazione edilizia sortiranno pochi effetti. Bisogna fare qualcosa di più se si vuole dare respiro a questo settore». Gli aiuti all'auto in che misura serviranno come cura anti crisi? «Non ci illudiamo. Un vero tentativo di uscire dalla crisi si avrà solo quando si programmeranno grandi investimenti nelle infrastrutture. Pioritaria la rete ferroviaria ma anche la rete telematica e l'energia».