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C'è chi si aspettava di più e chi invece, realisticamente, ...

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«No a spargere soldi a pioggia ma un piano di politica economica per quei comparti che sono gli assi portanti della piccola e media impresa. Misure generaliste non sarebbero di grande aiuto». Ma se il governo ha fatto la sua parte, che cosa fanno le aziende? È la domanda che giriamo a Galassi. «Le imprese stringono la cinghia, hanno evitato finora i licenziamenti, danno fondo ai risparmi e fanno ricorso moderatamente alla cassa integrazione» Galassi parla anche di una situazione anomala. «A novembre eravamo pieni di ordini mentre a febbraio tutto si è bloccato. È anche il segnale che c'è un clima di sfiducia e paura». Dalla Confindustria trapela che ci si aspettava di più. In particolare le misure fiscali per favorire le aggregazioni delle picole e medie imprese nel testo del governo avrebbero delle limitazioni che invece Confindustria non voleva. Inoltre non compare nel documento di Palazzo Grazioli la detassazione degli utili che restano in azienda come aumento di capitale. Ci si aspettava di più anche per l'incentivo da 1.000 euro per la rottamazione che nell'ipotesi iniziale era di 1.500 euro. Ma c'è anche chi sostiene che per la piega che aveva preso il dibattito all'interno del governo con lo sbarramento di Tremonti, questo è già tanto. Per il Centro Studi Promotor «mille euro di bonus sono pochi, e l'esenzione del bollo è una misura inutile e controproducente». Il direttore Gian Primo Quagliano spiega l'inutilità di questa misura con il fatto che «non viene percepita dal pubblico come incentivo, e il suo vantaggio viene diluito nel tempo. E può essere addirittura controproducente perchè crea solo complicazioni burocratiche». Secondo il direttore del Centro Studi Promotor, «sarebbe meglio concentrare tutte le risorse in un unico bonus, dell'importo medio di 1.500 euro, che dovrebbe essere graduato in funzione delle emissioni di CO2. Vincenzo Malagò, presidente di Federaipca, la federazione dei concessionari auto, è insoddisfatto: «Mille euro di bonus è una cifra modesta». La Confartigianato in vista del Consiglio dei ministri chiede misure aggiuntive rispetto a quelle emerse dal vertice di palazzo Grazioli. «Interventi mirati per il settore dell'autoriparazione che sta subendo pesanti flessioni in termini di posti di lavoro per problemi strutturali e di mercato». La Confartigianato evidenzia che «tra il 2003 e il 2008 le imprese di manutenzione e riparazione di autoveicoli» sono «diminuite di 8.077 unità, con una flessione dell'8,5%». L.D.P.

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