Per Fitto arriva il rinvio a giudizio
Il processo per l'esponente del Pdl, che all'epoca dei fatti era presidente della Regione Puglia, comincerà il 12 maggio. Una decisione che il ministro contesta: «Prendo atto che purtroppo l'udienza preliminare è stata solo un passaggio inutile». Per questo annuncia «una opportuna iniziativa giudiziaria presso le sedi competenti» a proposito di un rinvio a giudizio, che a suo dire, poteva essere evitato per le risultanze emerse durante l'udienza preliminare. Secondo l'accusa, Fitto avrebbe compiuto i reati nel corso delle procedure di vendita del complesso aziendale «Cedis» (rete di 23 supermercati e singoli punti vendita) a un contraente predeterminato: la società Sviluppo Alimentare di Brizio Montinari ritenuto vicino all'allora governatore. Oltre che per il ministro il gup Marco Guida ha disposto il rinvio a giudizio per due dei tre commissari straordinari della Cedis: Antonio De Feo e Giuseppe Rochira. Il terzo commissario, Franco Cesare Lopasso, sarà invece giudicato con rito abbreviato dal 16 giugno 2009. Saranno processati con rito ordinario anche il consulente contabile della procedura Stefano Montanari, l'allora direttore generale del settore sviluppo produttivo del ministero delle attività produttive Massimo Goti e l'imprenditore Brizio Montinari. Rinviando a giudizio gli imputati, però, il giudice ha commesso un errore materiale perché ha fissato il processo dinanzi al giudice monocratico, anziché davanti a quello collegiale. Un errore che, secondo, Fitto «è grossolano, inaccettabile e indicativo dell'approccio dedicato all'intera vicenda, evidentemente superficiale e non intonato a garantire una giustizia giusta». Il ministro ne approfitta anche per rilevare che il giudice Guida è stato il candidato di Magistratura democratica (la corrente di sinistra delle toghe) alla presidenza della giunta dell'Anm di Bari, andata a Unicost. Immancabili le dichiarazioni di solidarietà del Pdl. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti esprime «affetto e solidarietà all'amico e ministro» dicendosi «certo che saprà dimostrare la sua assoluta estraneità alle vicende giudiziarie». Per il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, «l'errore tecnico commesso dal magistrato ha un significato molto inquietante. Su tutto quello che è avvenuto è forte il segno di un uso politico della giustizia».