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Basta ipocrisie. Facciano vedere la ragazza prima della fine

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Del resto, a vedere una foto probabilmente chi pensa che sia da sopprimere lo penserà lo stesso, e chi al contrario pensa sia da curare o onorare rimarrà della sua idea. O forse no. Però si metta fine a questa straordinaria, oculatissima e ben orchestrata ipocrisia. A questo dibattito pieno di astrazione intorno a un corpo assente. Non la chiamano morte, non la chiamano disidratazione, non usano le parole dirette, legate alla realtà. Fanno giri astratti, e non ci fanno vedere lei. È il trionfo dell'astrazione che permette di stare tranquilli. Di mascherare con appelli a principi astratti un'azione concretamente, carnalmente, individualmente ingiusta. La fanno viaggiare nella notte, continuano a occultarla. Dicono: è la sua volontà. Ma sono chiacchiere. Niente di scritto, anche qui nulla di concreto. La portano a Udine, nottetempo, senza farla vedere. Per rispetto, dicono. Rispetto per una che si vuole far morire di disidratazione? Fatecela vedere. Lo conceda il padre, se dipende da lui. Non usi ancora la tremenda astuzia di chiedere silenzio stampa per rispetto per poi andare in tv da Fazio senza contraddittorio (ah, che professionista!) a parlare di codici e leggi, in astratto, come se non parlasse di sua figlia. Rispetto il suo dolore, non rispetto il suo gesto. E mi fanno ridere certi intellettuali che invocano ora, mentre una donna va a morire in modo così crudele con i timbri addosso del Tar, della Corte, della tv, dei grandi giornali, ecco mi fanno ridere la maggioranza dei nostri intellettuali che si arrabbiano se uno usa toni accesi. Se uno disturba il loro conversare salottiero. Se si alza il tono. Salvo poi alzarlo loro il tono, e schiamazzando, quando in gioco non c'è la vita di una donna indifesa ma la difesa di qualche loro interesse di parte politica, o la competizione elettorale. Ridicoli. Ipocriti. Non si continui questo trionfo dell'astrazione, dell'ipocrisia per coprire il nudo fatto di eliminare una vita che se accudita con strumenti minimi e di nessun accanimento potrebbe proseguire, in una persona che ha attività cerebrale, che con il bel tempo viene portata in giardino, che ha una sua dignità anche se non è come vorremmo o come vorrebbe. Fatecela vedere. Vedemmo Terry Schiavo, dalla lontana America. Ma era lontana, era una notizia che veniva dall'altra parte dell'oceano. Ma almeno la si vide. Ora invece Eluana è una di cui si è discusso in tutte le case. Ma in assenza. La stiamo uccidendo tutti. L'Italia sta compiendo questo gesto. Nessuno avrà tutta la ragione o tutto il torto. Ma almeno guardiamo tutti in faccia cosa stiamo facendo. Così da non parlare a vanvera della sua vita e della sua morte. Altrimenti ci stiamo condannando, nell'era dell'astrazione, a parlare a vanvera di tutto.  

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