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In Aula solo Bindi difende Iervolino

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Anzi, non riesce a tenere a freno la sua stizza, al punto da essere ripreso più volte da Rosy Bindi che, ironia della sorte, si è trovata «costretta» a prendere le difese del sindaco partenopeo. Insomma, un esordio movimentato quello di ieri nell'Aula di Montecitorio, dove il primo firmatario Laboccetta, non ha risparmiato nessun colpo per avvalorare la sua tesi. E cioè: «La Iervolino ha accentuato il disastro ambientale della città, anteponendo i suoi interessi politici e personali a quelli dei cittadini». Risultato? Una città nel caos che non ha un governo, «con l'apice di paralisi per colpa della giunta attuale». E ancora , l'esponente del Pdl va giù duro: «La Iervolino - sbotta - è entrata in contrasto con i cittadini, si è blindata nel bunker di Palazzo San Giacomo, registra di nascosto i suoi colleghi e non mi sorprenderebbe se Nicolais ricevesse una denuncia di mobbing». Insomma, ecco la ciliegina sulla torta di Laboccetta, «è affetta da paranoia politica». E la Bindi s'infuria. Richiama il piddiellino a conservare quel politically correct che l'Aula richiede e, in quanto presidente di seduta, tiene a precisare che le offese personali sono altra cosa e si fanno in altra sede. Dunque, prende le difese dell'esponente del Pd per la quale, a ben guardare, non sono state spese tante parole. Freddo e distaccato, infatti, l'intervento del collega democratico Zaccaria che accusa Laboccetta di essere contraddittorio per «il sacro furore di mettere dentro tutto», e annuncia, per questo, l'intenzione del suo partito di votare no. Eppure, il punto è uno e resta sempre lì. Vale a dire, commenta Alfonso Papa del Popolo delle libertà, che «Napoli non presenta più condizioni di governabilità oggettive e soggettive per la giunta e per il personale politico che costituisce la maggioranza al comune. Per questo - così concorda con il collega Laboccetta - si rende necessario un ricambio urgente e un avvicendamento prima che la situazione precipiti definitivamente nel baratro».  

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