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Il commento

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Nel bilancio della Ue sono stati recuperati fondi non utilizzati per ben cinque miliardi di euro e giustamente il presidente Barroso ha voluto investirli per promuovere e rafforzare le reti energetiche. Tutto bene se non fosse che all'Italia sono stati destinati soltanto 150 milioni, ovvero il 3% del totale. Vale la pena di ricordare che il nostro Paese contribuisce al bilancio dell'Unione per il 13%. Insomma, la Commissione ha scommesso sull'Est Europa (anche in una funzione di contenimento del primato energetico russo) ed ha penalizzato il nostro ruolo nel Mediterraneo. Un bel pasticcio. Il ministro Ronchi ha parlato addirittura di «congiura europea contro l'Italia», il collega Scajola ha indirizzato al commissario per l'energia Piebalgs una lettera formale di protesta. Ieri è toccato al premier rivolgersi direttamente a Barroso. Come spesso accade, ora la nostra diplomazia corre per cercare di recuperare. La prova di appello è per il Consiglio europeo del 19 febbraio. Vedremo come andrà a finire. Certamente, il prestigio e l'autorevolezza del presidente del Consiglio da solo non basta ad assicurare ex ante buoni risultati su tutti i tavoli in cui sono in gioco gli interessi italiani. Forse, allo stesso premier converrebbe capire cosa (e chi) non va sull'asse Roma-Bruxelles.

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