Bonanni: "Con i nuovi contratti più forti contro la crisi"

Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, è sì preoccupato dai dati sul dilagare della crisi a livello internazionale ma si dice anche ottimista: «l'Italia ha un'opportunità in più, una marcia in più rispetto agli altri Paesi europei». Da fanalino di coda nell'economia europea a apripista per la ripresa, è questo il ruolo che lei vede per l'Italia? «Il sistema Italia ha molte criticità: l'alto debito, le infrastrutture carenti, l'alto costo dell'energia, pressione fiscale insopportabile, cattivo funzionamento della pubblica amministrazione. È chiaro che a fronte di questi fattori di debolezza non si possono dormire sogni tranquilli. Al governo abbiamo già chiesto di investire per colmare il gap in questi fronti. Ma l'Italia ha anche delle grandi opportunità».   Grandi opportunità? Quali? «Ha un settore manifatturiero che costituisce il 40% del pil, molto forte. La ripresa si baserà sull'economia reale e non sulla finanza e quindi l'Italia che ha un'industria manifatturiera solida e competitiva ha tutte le carte in regola per farcela. Il governo però deve intervenire per favorire questo settore di sviluppo con iniziative mirate».   Ma come mai se gli stipendi salgono, i consumi languono e le famiglie dicono di non riuscire a arrivare a fine mese? «C'è un clima di sfiducia generalizzato e di timore per le incognite della crisi. Ma pensate cosa sarebbe stato se non avessimo rinnovato i contratti rimasti aperti. Con questi chiari di luna i lavoratori sarebbero rimasti senza copertura, senza alcun sostegno. Ora stiamo lavorando per incrementare gli ammortizzatori sociali in modo da esser pronti qualora la situazione dovesse peggiorare. Anche la riforma del modello contrattuale, su cui ancora una volta la Cgil si è dissociata in modo polemico, è in chiave anti crisi».   In che modo è un salvagente alla crisi? «In questo contesto difficile sarebbe dannoso un modello contrattuale antagonista che ha in sè le condizioni per aumentare la conflittualità. Noi abbiamo scelto un sistema partecipativo che garantisce il rapido rinnovo dei contratti e tutela il potere d'acquisto dei salari».   Questo significa salari più alti? E come? «I meccanismi di redistribuzione saranno maggiori con l'abbassamento della conflittualità. Sì, sono sicuro: le buste paga aumenteranno».