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Alitalia, resta il rebus Fiumicino

Roberto Colaninno

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In una intervista al Sole 24Ore il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, lascia intendere che la questione è ancora aperta. Il governo ha sempre detto che la decisione non è di sua competenza e in questo momento il Pdl non intende aprire un fronte polemico con la Lega che sul tema Malpensa è particolarmente sensibile. Quindi ieri bocche cucite sull'intervista di Spinetta che è parso in linea con quanto ha detto il presidente di Cai Roberto Colaninno ospite di «In 1/2 ora». Il numero uno di Air France spiega che il piano presentato da Cai, ha posto due opzioni sul sistema aeroportuale: «una è Milano Malpensa, a patto però che venga ridefinita la vocazione di Linate come aeroporto specializzato sui voli interni. Oppure se ciò non sarà possibile, si andrà su Fiumicino come piattaforma di riferimento». Spinetta chiarisce di aver detto già a fine agosto che «entrambe le opzioni erano valide». Ma ora si tratta di decidere e il presidente di Air France sottolinea che «si devono fare scelte chiare perchè i compromessi troppo sottili alla fine possono risultare deludenti». Spinetta ribadisce che il piano di partnership concordato con il governo Berlusconi è «migliore dello schema tentato con il governo Prodi. L'apporto di AirOne fa la differenza, è stata una scelta strategica vincente». Il presidente della Cai, Roberto Colaninno, offre qualche indicazione in più sullo scalo romano. Dice che «più che fra Malpensa e Fiumicino, la scelta è tra Malpensa e Linate. Non possono coesistere due aeroporti, con la stessa vocazione, a 40 chilometri di distanza». Questo lascerebbe intendere che il problema semmai è per Malpensa. Tant'è che a chi gli chiede se Malpensa non ha futuro, risponde che «non si può essere così categorici ma occorre parlare con l'autorità di Malpensa e Linate per fare la scelta economicamente più sostenibile». Sia Spinetta che Colaninno sottolineano che non esiste nessun patto sotto banco tra le due compagnie per la cessione, tra qualche anno, della quota di controllo della compagnia italiana ad Air France-Klm. «Non esiste alcun patto segreto, nessuna side letter perchè siamo una società quotata in Borsa, non avremmo il diritto di farlo e neppure lo vorremmo» sono le parole di Spinetta. «La realtà dei fatti - gli ha fatto eco Colaninno - è che non è prevista nessuna norma o accordo segreto tra Alitalia e Air France». Poi ricorda la clausola di lock-up (il blocco di pacchetti azionari) che «gli azionisti che hanno fondato Cai si sono dati autonomamente». Per quattro anni, ossia il periodo in cui i soci italiani potranno vendere le azioni solo tra loro (al quinto anno sarà possibile la cessione a terzi ma solo a certe condizioni, tra cui l'ok del Cda) «lavoreranno per rilanciare la società, per investire, perchè Alitalia torni ad essere la compagnia ambasciatore del nostro Paese», ha detto Colaninno. Entrambi quindi concordano sulla difesa dell'italianità della compagnia aerea. Colaninno ha poi ribadito che Cai «non ha mai ricevuto un'offerta da Lufthansa». Sulla tratta Roma-Milano c'è semmai da affrontare «il grande concorrente di Alitalia» che «è il treno»: «Dovremo trovare il modo per migliorare il servizio e abbassare le tariffe», ha detto Colaninno.

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