La polemica sulla previdenza
Le parole di Sacconi però non mettono un punto alla discussione su una possibile nuova riforma previdenziale. Il vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola, conti alla mano dimostra che con alcuni interventi (l'innalzamento graduale a 62 anni dell'età di vecchiaia delle donne appartenenti a tutti i regimi e il blocco dei trattamenti di anzianità limitato a 12-18 mesi) il governo potrebbe disporre di ulteriori 3 miliardi l'anno con i quali sostenere la produzione e il lavoro. Ma sono ragionamenti che i sindacati non intendono sentire. Soprattutto la Cgil che boccia l'ipotesi dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne e dalla modifica dei coefficienti di trasformazione relativi al sistema di calcolo contributivo. Anche per la Uil non c'è bisogno di altri aggiustamenti giacchè il sistema previdenziale, grazie alle riforme di questi anni, «è economicamente tra i più sostenibili d'Europa ed equo dal punto di vista sociale». Per l'Ugl poi «parlare di riforma delle pensioni in una fase così critica per l'economia non è opportuno». Una revisione automatica dei coefficienti, dice Marina Porro dell'Ugl, e quindi un abbassamento delle pensioni, non è certo quello che le persone si aspettano.