Tremonti: "Servono riforme strutturali"
«Se vogliamo trovare una via d'uscita - spiega - la soluzione non è il capitale, ma la regolamentazione contro l'anarchia finanziaria». In questo contesto la proposta di una bad bank può essere positiva ma non se si crea un contenitore nel quale porre gli asset tossici che poi verrebbero fatti «pagare ai contribuenti»: meglio «sterilizzare questi asset, che non si sa quanto valgono, con una regola contabile». In pratica, spiega Tremonti, «un sorta di segregazione, anche per 50 anni, mettendoli da parte». Il ministro italiano, dolce vita in cachemire grigio, parla a tutto campo. Risponde a una domanda sulle riforme strutturali e, davanti al presidente della Bce, ne sottolinea la «necessità» con un accenno anche al Welfare che viene subito smorzato. «È vero che di riforme strutturali c'è sempre bisogno - spiega poi - ma nel corso dell'intervento, nel rispondere a una domanda, ho anche messo in risalto che la crescita di alcuni Paesi è stata finanziata non con le riforme ma attraverso la crescita del debito, anche quello privato del settore immobiliare. E questo non è un debito meno pericoloso». L'attenzione del forum è però per le proposte che l'Italia presenterà durante al sua presidenza del G8, il gruppo dei maggiori Paesi industrializzati. Due saranno quelle principali: l'arrivo di un quadro di regole per il settore finanziario e degli affari, chiamato «Legal Standard», e l'introduzione di una de-tax, cioè di uno strumento da ritagliare all'interno delle attuali aliquote Iva per finanziare interventi in Africa. La convinzione di Tremonti è che la crisi è stata provocata dalla finanza. «Il male è al cuore, è il cuore che va operato e, poiché la crisi è nata dalla finanza, è in quel settore che vanno trovate soluzioni, non nell'economia reale». Ecco perchè Tremonti critica il piano statunitense. «Se c'è una speranza, e c'è una speranza, di uscire dalla crisi - afferma - questa non sta nel piano Obama ma nel presidente Obama, nel valore simbolico e politico che ha la sua figura». Una risposta alla crisi finanziaria può invece arrivare dal quadro di regole del Legal Standard, alle quali l'Italia sta lavorando con l'Ocse (Tremonti a Davos ne ha incontrato il segretario generale, Angel Gurria), che «non riguarderanno solo il settore finanziario ma anche le norme anti-corruzione, i paradisi fiscali e così via». La De-tax - la seconda proposta italiana - è un vecchio cavallo di battaglia di Tremonti, che già in passato aveva trovato consensi, dopo che era stata lanciata nel 2001 sulla prima pagina di Le Monde. Negli obiettivi della presidenza italiana del G8 potrebbe diventare uno strumento per finanziare interventi per l'Africa. Il meccanismo è semplice. «Una piccola parte dell'Iva, che uno paga nei negozi - spiega Tremonti - può essere destinata, ad esempio, al volontariato. In pratica, se vado a Pavia per comprare un paio di scarpe che costano 100 euro dovrò pagare 20 euro di Iva. Ma chiedendolo esplicitamente - ha spiegato il ministro al termine del suo intervento - si potrà destinare una piccola quota dell'Iva magari per finanziare un'ospedale di un Paese povero e lo Stato rinuncerà a questa quota di incassi». Il ministro ha anche rilanciato l'idea dell'Euro-bond (o Union-bond), che servirebbe a raccogliere risorse a livello europeo senza pesare sul debito dei singoli Paesi. «È un'idea intelligente - ha commentato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, anche lei a Davos - e va decisa velocemente».