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Risiko Berlusconi, ecco tutti i nodi da sciogliere

Silvio Berlusconi

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Quella più complicata è la riforma del sistema del voto. Berlusconi cerca un interlocutore a sinistra ma non ne vede. Si mostra scettico sulle possibilità che si arrivi a una soluzione. E comunque non ne rivendicherà mai la paternità. Chi ha mandato a discutere con il Pd ha però una indicazione chiara: chiudere, magari con un accordo minimo. Dunque, se inizialmente Berlusconi chiedeva di abolire le preferenze, soglia al 5% e circoscrizioni più piccole, terrà il punto solo sul secondo capitolo. Lo sbarramento più probabile è quello del 4%. Una soluzione che di fatto salverebbe Veltroni che così potrebbe presentarsi alle urne facendo piazza pulita dei piccoli e soprattutto dell'estrema sinistra. Certo, il premier negherà sempre il soccorso a Walter. E infatti in pubblico continua a negare qualunque ipotesi di filo diretto perché non vuole sporcare la sua immagine con il dialogo. Ma in questo modo un leader del Pd anatra zoppa gli può far comodo. Soprattutto per il capitolo che si aprirà dopo. E che riguarda le intercettazioni e la riforma della giustizia. Il primo test sarà per oggi pomeriggio, quando il Guardasigilli Angelino Alfano si presenterà alla Camera per l'annuale relazione sullo stato della Giustizia. Nel Pdl guarderanno con attenzione le reazioni del centrosinistra, chi batterà le mani e su quali punti. Per esempio Berlusconi ha analizzato con attenzione il fatto che, dopo aver denunciato lo scandalo Genchi in arrivo, Veltroni è rimasto in silenzio. Il terreno per varare le registrazioni sembra fertile. Sembra. Perché dal Pd hanno fatto sapere che comunque non è il momento, si troverebbero a fare una campagna elettorale con Di Pietro che grida all'inciucio. E infatti ieri dal partito veltroniano è partita una nota che denuncia quali «strumentali» le affermazioni del Cavaliere su Genchi. Ultimo capitolo resta quello del centrodestra. La Lega è stata accontentata con il federalismo fiscale e ora ha la sua bandierina da sventolare in campagna elettorale sebbene il percorso del testo sembra sempre più tortuoso. Poi c'è il Pdl. Ma su quel fronte Berlusconi sembra meno preoccupato. L'incontro chiarificatore con Fini c'è stato. E soluzioni nello statuto che consentano a quelli di An di restare tranquilli si possono sempre trovare. Tanto, ragionano quelli di Forza Italia, alla fine se c'è un leader carismatico e riconosciuto non c'è statuto che tenga. Insomma, fin quando il Cav è forte comanda lui e basta. Ieri sera Berlusconi è andato a fare un nuovo sopralluogo per l'Università del pensiero liberale, la sua prossima creatura alla quale sta lavorando riservatamente. Ma non troppo.

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