Pdl, An insiste per lo statuto alla pari
Bisogna vedere, però, se le buone intenzioni si tradurranno in fatti concreti. Stando ai mugugni che aumentano di ora in ora nei retrobottega dei due schieramenti, si intuisce che arrivare ad un'intesa non sarà cosa semplice. Berlusconi, nella riunione azzurra della settimana scorsa, ha dato mandato ai suoi di lavorare sulla bozza di statuto fornita da An. Una bozza che, però, ha creato in via dell'Umiltà qualche spaccatura. Il nodo centrale ruoterebbe intorno alle famose proporzioni, quel 70-30 di Fi-An sancito al momento della costituzione del Popolo della libertà. Ebbene, ora via della Scrofa cerca e spinge per il 50-50, chiedendo di essere alla pari di Fi. «Lo si intuisce leggendo la bozza aennina - spiega un auterovole esponente azzurro - lo schema che loro hanno in testa del Pdl parla chiaro». E lo schema sarebbe questo: un coordinamento a tre, Fi, An e uno dei partiti più piccoli. Una direzione "transitoria" (fino al congresso) di 6 persone composta oltre che da Verdini e La Russa, dai quattro capigruppo Pdl Cicchitto, Quagliariello, Gasparri e Bocchino, che guidi in sostanza fino al congresso. Stando così le cose, il rapporto tra i due partiti sarebbe del tutto paritario. Sul documento An ci sarebbe anche la «casellina» vice presidente (ancora da definire se sarà Gianfranco Fini ad occuparla). La bozza di An troverebbe il gradimento di una parte di Fi, a cominciare dai due capigruppo Cicchitto e Quagliariello. «Ci sono parecchi malumori - sintetizzano nella maggioranza - di fronte all'ipotesi che Verdini possa avere sempre più spazio nel futuro partito, e questo anche in casa Fi». Il fronte azzurro del no al documento di via della Scrofa (tra cui lo stesso Verdini), spinge soprattutto sul rispetto del 70-30, a garanzia del ruolo da protagonista di Forza Italia, su un coordinamento nazionale a due (ipotesi più forte), e una direzione di circa 20 persone, dove inserire tutte le colonne di via dell'Umiltà. Ieri, uscendo dall'esecutivo di An e parlando con i giornalisti La Russa ha smorzato: «Le criticità si manifestano sempre in coda a un processo», quindi tutto normale. Nel pomeriggio poi, vertice tra lui e Verdini, per lavorare ancora allo statuto e sciogliere i nodi irrisolti. «Siamo in dirittura d'arrivo, abbiamo superato gli scogli più importanti», commenta in serata il reggente di An. Domani pranzo a Palazzo Grazioli per presentare al premier la bozza finale dello statuto. Ma ancora è tutto da vedere.