La sinistra corteggia ancora gli estremisti
Come ai vecchi tempi, ai tempi del Gran Muftì di Gerusalemme, alleato di Hitler, un musulmano fondamentalista, Izzadin Edir, portavoce dell'Ucoii, a nome della sua organizzazione, indica al pubblico disprezzo un ebreo, ne fa il nome e il cognome, lo accusa di fomentare gli animi, di seminare odio. Vecchia, vecchissima accusa già contenuta nel Corano e poi intrinseca alla cultura religiosa e politica dell'Islam. La «colpa» di Pacifici è di avere pronunciato queste parole: «È necessario tendere la mano per facilitare l'integrazione di culture diverse, ma nello stesso tempo pretendere il rispetto delle più elementari norme della nostra Costituzione, a partire dalle libertà civili per le donne e l'utilizzo dei luoghi di preghiera non come luoghi d'incitamento all'odio, come in molte moschee avviene». Tanto basta al portavoce della più grande organizzazione islamica in Italia per «lapidare» a parole Riccardo Pacifici. Il problema - si badi bene - è ben più grave dell'arroganza e della violenza verbale del rappresentante dell'Ucoii. Il problema vero è che Izzadin Edir è stato abituato a esprimersi in questo modo, è stato corteggiato, vezzeggiato, tutta l'intolleranza della sua organizzazione è sempre stata portata in palmo di mano dai suoi interlocutori della sinistra italiana. Pure, sul Corano distribuito per 15 anni in Italia dall'Ucoii si leggevano queste parole «il ruolo abbietto degli ebrei nella storia». Sullo stesso Corano, è scritto tutt'oggi che Allah destina al ruolo di comando nella famiglia l'uomo e che la donna, se vuole il divorzio, «può pagare un compenso», novella schiava, e così, solo così, può riscattarsi e diventare libera. Naturalmente, c'era l'Ucoii, anche se mascherata - al solito - dietro le manifestazioni di Milano e di Bologna che si sono concluse con la provocatoria preghiera davanti al Duomo delle due città. Naturalmente, c'è l'Ucoii, dietro tutte le manifestazioni in cui in questi giorni sono state bruciate le bandiere d'Israele. Non naturalmente, questi figuri, trovano da anni una sponda - e più di una sponda - in una larga parte del mondo politico e culturale della sinistra italiana - Pd incluso, purtroppo - tanto enfatico nel deprecare la Shoà, quanto distratto - se non complice - nei confronti dei nuovi antisemiti.