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Fini attacca la Chiesa: "Teorie infami"

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Gianfranco Fini

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Nelle celebrazioni solenni del Giorno della Memoria i vertici dello Stato hanno espresso tre allarmi sottolineandone la drammatica attualità: il negazionismo di chi nega l'evidenza e si ostina a dire che lo sterminio degli ebrei non è mai avvenuto; l'antisemitismo che risorge e si diffonde in varie forme; gli attacchi subdoli all'esistenza dello Stato di Israele. Tutti hanno ribadito il dovere di ricordare, e non in modo retorico, quegli orrori costati milioni di morti. In Italia, ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dobbiamo ricordare anche che l'orrore cominciò nel 1938 con le vergognose leggi razziali . Nel discorso Di Gianfranco Fini si è avvertito, implicito ma evidente il riferimento alla recente scelta del Papa, nel riaccogliere nella Chiesa gli scismatici lefrebviani, di tacere sulla presenza fra loro del vescovo Richard Williamson, il quale dice apertamente che le camere a gas sono un'invenzione degli ebrei. «Le teorie negazioniste sono sempre infami, ma lo sono ancor di più se ad esprimerle è un persona che ha un incarico religioso», ha detto Gianfranco Fini. Il leader del Pd Walter Veltroni ha commentato: «Condivido e mi associo a quanto ha detto il presidente della Camera. La Shoah è stata una grande tragedia. Nessuno può negare, quale che sia il suo vestito, la sua tonaca, il suo mestiere, ciò che non può essere negato: ovverosia la tragedia delle camere a gas». Netta, su questo punto, anche la presa di posizione del presidente del Senato Renato Schifani. «A partire da quel 27 gennaio 1945, di cui celebriamo la ricorrenza - ha detto - nessuno potè più dire di non sapere o di non aver compreso. La meticolosa determinazione delle truppe liberatrici alleate, nel documentare l'orrore che si trovarono dinanzi consegnava alla storia le prove viventi e i terribili risultati dell'osceno disegno, perseguito con metodo dalla lucida follia omicida dell'ideologia nazista, di cancellare il popolo d'Israele, e tanti altri esseri umani, dalla storia e dalla geografia del nostro Continente». Giorgio Napolitano ha invece messo ancora una volta l'accento - lo fa da quando è al Quirinale - sull'antisemitismo che torna a manifestarsi in modo preoccupante, che si diffonde nella società come un «virus». Occorre, ha detto, una «più forte vigilanza» e si deve «esprimere più nettamente la reazione contro il riprodursi del virus dell'antisemitismo, contro l'insorgere di nuove speculazioni ed aggressive campagne contro gli ebrei e contro lo Stato ebraico». Non bisogna mai cedere, neppure di fronte a «settimane drammatiche» quali quelle dell'attacco a Gaza, ha ammonito, alla tentazione di confondere il diritto legittimo di criticare il governo di Israele con la inaccettabile «negazione esplicita o subdola delle ragioni storiche dello Stato di Israele. Quest'anno, per la prima volta, sono state consegnate delle medaglie d'onore agli italiani, militari e civili, sopravvissuti alla deportazione e all'internamento nei campo di concentramento nazisti. Le medaglie sono state consegnate in varie prefetture italiane. La cerimonia più solenne è stata ospitata al Quirinale, nel Salone delle Feste, dove il sottosegretario Gianni Letta ha consegnato novanta onorificenze a reduci ormai ultraottantenni (il decano ha ricevuto un applauso quando ha detto di avere superato i 96). Molte medaglie sono state assegnate alla memoria. È un segno di gratitudine da parte della Repubblica, un atto dovuto, anche se giunge tardivo, ha ammesso Letta.

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