Fiat, il governo cerca i fondi per l'emergenza auto
Al comitato di presidenza di viale dell'Astronomia di ieri, la linea emersa è che una eventuale nuova rottamazione per il settore auto allargata rispetto alla precedente deve essere accompagnata da altre misure. Tre i punti che Confindustria potrebbe quindi mettere oggi sul tavolo del governo: facoltà per i comuni di derogare dal patto di stabilità interno per il rilancio delle piccole infrastrutture (questo potrebbe mettere in moto lavori stimati per circa 5 miliardi); agevolazioni fiscali per favorire le aggregazioni tra piccole imprese e credito d'imposta per le aziende che affrontano progetti di ricerca. Per discutere il destino della Fiat, ieri l'amministratore delegato del gruppo torinese Sergio Marchionne, il presidente Luca di Montezemolo e il vicepresidente John Elkann, hanno varcato la porta di palazzo Chigi per un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e i ministri Tremonti, Sacconi e Scajola. Un vertice preparatorio al tavolo allargato di oggi, per individuare misure a sostegno dell'auto. Il governo intende muoversi nell'ambito del quadro tracciato da Bruxelles e quindi di concerto con gli altri Paesi. Ma il fatto è che, obietta la Fiat, gli altri Paesi si stanno già muovendo in ordine sparso con aiuti erogati singolarmente alle loro case automobilistiche. Questo crea una distorsione della concorrenza, è l'opinione della Fiat, mette la casa torinese su una posizione svantaggiata e consente ai competitor di conquistare nuove quote di mercato. All'interno del governo si fronteggiano due linee strategiche. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, vorrebbe stanziare 250-300 milioni per incentivi alla rottamazione, ma più legata all'efficienza energetica rispetto alla versione del governo Prodi. Al contrario, il responsabile dell'Economia, Giulio Tremonti, punta i piedi e dice che i soldi a disposizione sono pochi. Il ministro del Welfare Sacconi dice che «c'è un problema dell'industria dei beni di consumo durevoli, non solo dell'auto». La rottamazione allargata porterebbe a un parco auto rottamabile pari a 4-5 milioni di vetture. In prospettiva le stime indicano 200 mila vetture acquistate in più. Il che significa dimezzare il calo delle vendite che ora è del 20%. Un'altra ipotesi è una misura di sostegno al credito all'acquisto con la creazione di un fondo statale di garanzia. Questo consentirebbe alle società che concendono prestiti per gli acquisti di essere meno selettive. Sul tavolo anche interventi per facilitare il ricorso al finanziamento degli acquisti a rate.