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Genchi: "Pupari in azione" Il Pdl: "Frasi intimidatorie"

Le intercettazioni al centro delle polemiche

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Il commento arriva dopo l'ennesima intervista — stavolta a SkyTg24 — di Gioacchino Genchi, l'esperto informatico ed ex consulente del giudice catanzarese Luigi De Magistris che avrebbe nel suo archivio, secondo quanto detto da Berlusconi, le intercettazioni telefoniche di 350 mila persone. Genchi ieri si è difeso, ha chiarito che il premier non è tra le persone intercettate, ma ha anche parlato, a proposito della sua vicenda, di «pupari», di personaggi che possono condizionare e far cadere un governo sia di centrodestra sia di centrosinistra. «Dopo aver colpito il giudice De Magistris, avergli tolto le indagini e averlo trasferito da Catanzaro revocandogli l'incarico, io sono solo il capro espiatorio — ha raccontato davanti alle telecamere — La cosa grave è che vengono agitati uomini e fatti a casaccio, vengono tirate in ballo persone che non c'entrano niente con quei tabulati, da Berlusconi a Prodi a Rutelli, mentre i veri nomi di soggetti ben precisi, compreso anche qualche magistrato, non vengono fuori: siamo in presenza di una gravissima mistificazione». Ma ad esempio, ha spiegato Genchi, «se Prodi è stato quello che ha reagito meglio di tutti dicendo "fate tutte le indagini che volete", altri invece, secondo me, sono stati avvicinati, ammaliati, dai "pupari" che stanno dietro le quinte. Da lì è iniziata una serie di reazioni a catena. Si tratta di soggetti ben precisi, quelli che stanno dietro le quinte che sopravvivono a governi di destra e di sinistra, che a volte determinano la stessa caduta di un governo. Si tratta di "sirene" che agiscono alle spalle della politica e, anche per il condizionamento dei media, la delegittimano agli occhi dei cittadini». Genchi poi si è difeso spiegando che lui non ha mai intercettato nessuno. «Nel momento in cui si esegue la captazione di un dialogo, sia per telefono sia pronunciato in un ambiente — ha spiegato — si è in una attività di intercettazione che può essere eseguita solo in casi eccezionali, dalla polizia giudiziaria; chiunque altro la esegue commette un reato. Io, in vita mia anche come poliziotto, non ho mai eseguito una sola intercettazione telefonica. Nel mio lavoro di consulente o di perito mi vengono conferite dai giudici o dai pm le intercettazioni telefoniche che ha già eseguito la polizia giudiziaria, che hanno già gli avvocati e che io analizzo con un procedimento sistematico di incrocio, con elaborazione di tipo logico oltreché di tipo informatico». Genchi quindi spiega: «Poi i dati vengono depositati al pm o al giudice e vengono trattenuti solo nel periodo limitato allo svolgimento del processo. Quando vado a deporre alle udienze, i processi si fanno su quei dati e su quelle analisi, di cui gli avvocati hanno copia identica. Alla fine io li distruggo anche se ovviamente resto depositario di una conoscenza, perché non posso certo cancellare il ricordo dalla mia memoria». Frasi che non sono piaciute a Fabrizio Cicchitto: «Le ripetute dichiarazioni del dottor Genchi hanno il taglio non di quelle che ci si aspetterebbe da un consulente tecnico ma sono le prese di posizioni di una sorta di inquisitore con valenza politica, che manda messaggi intimidatori, facendo allusioni a cose delle quali avrebbe acquisito conoscenza per il ruolo svolto. Si tratta di esibizioni inquietanti, ma anche molto significative». Più cauto Francesco Rutelli, presidente del Copasir: «È prematuro definire questa vicenda come uno scandalo o una fandonia; ma, tra un'affermazione e l'altra, consiglierei di collocarsi in una posizione intermedia». Anche il segretario del Pd Walter Veltroni rimanda al lavoro del Copasir: «Aspettiamo di vedere i primi esiti, è una vicenda che merita di essere approfondita nel merito».

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