Una rubrica del Grande Fratello
Anche di parlamentari, di Pollari, di De Gennaro. Di chiunque. Genchi, per incarico di De Magistris, sa chi ha telefonato a chi. Insomma, ha compilato la rubrica del Grande Fratello! In Italia, infatti, un Pm può intrufolarsi ovunque, non per sanzionare reati compiuti, ma per «ipotizzarli», anche per inventarseli - come ha fatto De Magistris - collegando logicamente numeri di telefono tra «sospetti». La rete dei controlli telefonici intrappola la vita di chiunque e questo permette a certi Pm di sfornare a ritmo continuo teoremi accusatori. Lo schema De Magistris-Genchi è semplice: l’inquisito Tizio, telefona a Caio, quindi... tutti quelli che telefonano a Tizio e poi a Caio, sono inquisibili.Poi, si inventa l’ennesima Cupola, si conquista così la prima pagina e magari - se altri magistrati, o anche il Csm, smontano tutto - ci si dichiara vittime e - Di Pietro tronituante - l’effetto politico è acquisito. Il tutto, contro ogni principio di diritto. Ci si chiederà: come è possibile? Semplice: dal 1994 la sinistra impedisce che si metta riparo a questo orrore. E perché? Beh, chi ha letto Orwell lo sa: il Grande Fratello che lui denuncia, non è affatto il mega computer. È Stalin, è la sua concezione della società e dello Stato. Triste doverlo constatare dopo tanti decenni, ma altra spiegazione sulla follia del compromesso storico tra sinistra e Pm, non c’è.