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Berlusconi parla degli stupri, il Pd lo mette sotto accusa

Silvio Berlusconi

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Berlusconi è a Sassari e ha appena concluso il suo primo comizio della mattina, si avvicina alla transenna dietro la quale sono assiepati i giornalisti e gli viene chiesto delle polemiche scatenate dall'opposizione in seguito ai vari casi di stupri avvenuto a Roma e dintorni. E il premier s'inalbera: «Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare. Non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai» aggiunge. Apriti cielo. Il Pd parte all'arrembaggio a cominciare dal segretario Walter Veltroni: «È un'offesa alle donne e come ennesima battuta su un dramma». E ancora: «L'ennesima battuta del premier di fronte al dramma delle tante donne violentate in questi giorni è una dimostrazione ulteriore di scarsa responsabilità e di scarsa sensibilità per una forma di violenza che segna la vita delle persone che la subiscono». Dunque, Veltroni accusa Berlusconi: «Ignora il dramma della violenza sessuale, offende le donne italiane e smentisce se stesso sull'utilità dell'impiego dei militari». A seguire si muove tutta l'opposizione. Il ministro ombra delle Pari Opportunità, Vittoria Franco, sottolinea: «Berlusconi farebbe meglio a tacere invece di dire cose offensive nei confronti delle donne». La Franco traduce a modo sue le parole berlusconiane: «In buona sostanza, stando alle sue dichiarazioni, se le donne escono di casa da sole devono mettere in conto di poter essere violentate o aggredite perché non è possibile presidiare il territorio». Un altro ministro ombra, Roberta Pinotti, che si occupa di Difesa, rincara la dose: «Il premier straparla». Anche l'Udc s'aggrega: «Forse Berlusconi pensa che tutti gli uomini italiani siano incontinenti e irresponsabili o forse è una autodenuncia di incapacità a governare in sicurezza» dichiara Luca Volontè. Frasi che costringono il capo del governo a chiedere un successivo incontro con i giornalisti per chiarire il senso delle sue parole. Che questa volta partono da una premessa: «Lo stupro è un reato indegno, incivile ed esecrabile. Punto e basta, un punto fermo - aggiunge il premier - il mio era un complimento alle ragazze italiane che sono alcuni milioni». Quindi cambia tono e accusa: «Le parole dell'opposizione sono una grande oscenità, non ciò che ho detto io. Se ci sono stati uomini della sinistra che hanno speculato su questa mia frase - e il suo volto s'ingrugnisce - loro sono esecrabili e si devono vergognare veramente. Io vado avanti e dico le cose che penso». Fa per andarsene. Riprende la voce calma, torna dalla giornalista che gli aveva fatto la domanda in mattinata e ripercorre quanto detto in mattinata: «Se mi si domanda qualcosa come se ci fossero delle colpe del ministro degli Interni, io devo difendere il ministro degli Interni. Perché non è possibile pensare che uno Stato possa arrivare ad evitare certi accadimenti, che potrebbero essere evitati solo mettendo un rappresentante delle forze dell'ordine vicino ad ogni bella donna italiana». «Era un complimento alle belle donne italiane - ribadisce il premier - perché le forze dell'ordine sono centomila, le belle donne alcune milioni». «E poi - conlude - nel mio spirito non bisogna mai, in nessuna occasione, perdere il senso della leggerezza e dell'umorismo».

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