Cgil sì, Cgil no E il Pd si spacca

O forse sarebbe meglio dire tra i tifosi di Guglielmo Epifani e quelli di Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini. È normale per un partito che mette insieme uomini della Cgil come Cesare Damiano (ex segretario generale della Fiom) e Paolo Nerozzi (ex segretario confederale) con ex leader della Cisl come Sergio D'Antoni e Franco Marini. Infatti non è la prima volta che accade. Già in occasione dello sciopero generale proclamato dalla sola Cgil lo scorso 12 dicembre, cislini e cgiellini si erano divisi sulla partecipazione. Ora lo scontro si ripete e non è una buona notizia per il segretario che, ancora una volta, si trova stretto tra due fuochi. Ad aprire le danze era stato, venerdì, Massimo D'Alema. «Come si può pensare di firmare un accordo così escludendo il maggior sindacato?» si era domandato il lìder Maximo durante la trasmissione Malpensa Italia, schierandosi apertamente dalla parte della Cgil che, sul tema, chiede un referendum tra i lavoratori. Con lui Pierluigi Bersani (critico sull'intesa ma «senza entrare nelle scelte della Cgil») e Damiano. Sull'altro lato della palizzata Sergio D'Antoni («accordo positivo») cui ieri si sono uniti Franco Marini (che in una lettere al Messaggero ha parlato di «svolta positiva per le relazioni industriali e per tutto il Paese»), Enrico Letta e Pier Paolo Baretta (deputato Pd con un passato da leader Cisl). E Veltroni? Il segretario non si smentisce e da Genova dichiara: «Il Partito Democratico è favorevole ad una contrattazione il più possibile vicina al secondo livello e alla dimensione aziendale, ma mi auguro anche che sia possibile tenere conto dei pareri della Cgil». Walter sta con Bonanni, ma anche con Epifani.