"An ha scoperto che il Pdl è senza valori"
Proprio nel momento in cui le tensioni tra An e Forza Italia per la nascita del Pdl sono più forti. Che effetto le fa leggere le dichiarazioni preoccupate degli esponenti del suo ex partito? «Non mi fanno particolare impressione. Hanno scoperto ora che cosa significa dar vita a un partito senza valori». Perché, la Destra è una cosa diversa? «La Destra è nata esattamente per riaffermare dei valori. È nata proprio perché siamo differenti da chi ammazzerebbe per ottenere il potere». E oggi più che mai lei si prepara a spalancare le porte a fuoriusciti di An? «Guardi, la questione è la rappresentanza. Oggi ci sono italiani che non sono rappresentati. Noi ci rivolgiamo ai 14 milioni che non hanno votato. Al 50% degli abruzzesi che non si è recato alle urne a dicembre. Poi ovviamente siamo aperti anche a coloro che hanno votato altri partiti. Ma la domanda di fondo è: se oggi ho un problema, escluso quelli che sono al governo, a chi altro mi posso rivolgere?». Teoricamente all'opposizione. «Quale opposizione, scusi? Qui Pdl e Pd si stanno mettendo d'accordo anche per alzare la soglia di sbarramento per le Europee in modo da rendere impossibile l'ingresso di altri partiti nel nuovo Parlamento. Appunto, si chiama Parlamento e non "zittomento". E quello che è incredibile che ciò avviene proprio quando ci sono grandi decisioni da prendere». A che cosa si riferisce? «Penso al Trattato di Lisbona che di fatto cancella l'interesse nazionale: deciderà solo e soltanto l'Europa. Oppure come i poteri pressoché dittatoriali che vengono concessi alla Bce. Di fronte a tutto ciò, nessuno dice nulla, neanche la Lega. Noi no, vogliamo parlare». Parliamo di Roma. Riesplode l'emergenza sicurezza. Anche questa è una nemesi storica? «In campagna elettorale c'era chi aveva detto che avrebbe cacciato 20mila immigrati clandestini. Li ha visti andare via? Io no, li vedo ancora lì. Nessuna nemesi, solo promesse non mantenute. E quando non le mantieni ti si ritorcono contro». Allora c'è uno spazio a destra? «C'è una grande omologazione. Guardi che cosa è successo in consiglio comunale a Roma sul museo della Shoah che costa trenta milioni di euro. Io ho votato contro ma si è astenuto il capogruppo della lista civica Alemanno e invece quelli di An hanno votato tutti compatti. È un caso molto più eloquente di quello che sembra. Se non si ha un dubbio nemmeno su una spesa di questo tipo». C'è quello spazio? «Lo dico chiamaramente a Luca Romagnoli. Lo spazio c'è ma bisogna avere chiaro il progetto di fondo. Bisogna guardare a quello, alla prospettiva. Non alla convenienza da legge elettorale».