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Villari licenziato, sciolta la Commissione Vigilanza Rai

Il senatore del Pd Sergio Zavoli

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Anche se in realtà Gianfranco Fini e Renato Schifani sono intervenuti solo dopo che le giunte per il regolamento dei due rami del Parlamento, preso atto che con le dimissioni irrevocabili di 37 commissari su 40 la Vigilanza non poteva più operare, li avevano investiti del potere di procedere al rinnovo integrale dell'organismo attraverso la sua ricostituzione. Detto, fatto. Commissione sciolta e si ricomincia da capo. In realtà, alla fine, Pd e Pdl dovrebbero confermare i commissari uscenti (i Democratici lo hanno già fatto) così da rendere la procedura più veloce possibile. Un'unica eccezione: al posto di Riccardo Villari entrerà il senatore Pd Mauro Ceruti. Uno schiaffo inevitabile a chi, in questi mesi, è diventato il nemico pubblico numero uno dei suoi ex colleghi di partito. Ma forse Riccardino ha ancora un asso nella manica. In molti, infatti, pensano che quella di Fini e Schifani sia stata una forzatura e che, se volesse, potrebbe impugnare la lettera di revoca. Lui non si sbilancia anche se nel frattempo ha convoca la Vigilanza per domani alle 13.30. Unico punto all'ordine del giorno le comunicazioni del presidente. Chi invece impugnerà sicuramente la lettera è Marco Beltrandi. Confermato nel ruolo di commissario, il radicale eletto nel Pd, è pronto a fare ricorso e si augura che anche Villari e Luciano Sardelli (Mpa), cioè gli altri due commissari che avevano rifiutato di dimettersi, seguano il suo esempio. In attesa di sapere se ci saranno nuovi colpi di scena l'unica certezza sembra essere quella che la prossima settimana Sergio Zavoli diventerà il nuovo presidente di Palazzo San Macuto. Un appuntamento che in molti attendono con impazienza. Solo con la Vigilanza a regime, infatti, si potrà cominciare a giocare la partita più importante: le nomine Rai. L'accelerazione di questi giorni, infatti, sarebbe tutt'altro che casuale. Il Cda di Viale Mazzini è scaduto da giugno e, nonostante il cambio di esecutivo, sulle poltrone più importanti della televisione pubblica siedono uomini vicini al centrosinistra. Insomma, è giunta l'ora di cambiare. Tanto che, mentre da un lato si cercava in tutti i modi di velocizzare la soluzione del rebus Vigilanza, dall'altro si moltiplicavano gli scontri tra esponenti della maggioranza e viale Mazzini (dalle contestazioni al direttore del Gr Antonio Capranica per aver sospeso la trasmissione di Igor Righetti, alla polemica tra Maurizio Gasparri e la direttirce dei Tgr Angela Buttiglione per una presunta nomina). Segnali che la fibrillazione è ormai alle stelle. Anche per questo la discussione sul futuro assetto della Rai si annuncia piuttosto calda. Il presidente Claudio Petruccioli spera in una clamorosa riconferma e sembrano scendere le quotazioni di Pietro Calabrese. Contestualmente circolano con insistenza i nomi di Pier Luigi Celli e Ferruccio de Bortoli, così come quelli di Maurizio Belpietro e Pierluigi Battista. Dopotutto le caselle da riempire sono moltissime: dai direttori di rete a quelli dei telegiornali e via a cascata. L'importante è fare in fretta.

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