Crisi, è scontro Tremonti-Marcegaglia
{{IMG_SX}}L'annuncio arriva sotto forma di intervista, al Sole 24 Ore naturalmente, il presidente dell'associazione di viale Astronomia spiega: «Rispetto ai 73 miliardi di euro messi in campo dalla Germania per stimolare l'economia, ai 41 della Spagna, ai 26 della Francia e ai 24 del Regno Unito, i nostri 5 sono pochi». Attacca direttamente il ministro dell'Economia: «Riconosco a Tremonti molti meriti, ma bisogna cambiare passo. Subito - sostiene Marcegaglia -. Ci vuole coraggio. Osare di più e varare un piano straordinario a sostegno degli ammortizzatori sociali, delle infrastrutture e degli investimenti. Dobbiamo anche rimodulare i fondi strutturali su queste tre priorità, ma poichè abbiamo un debito pubblico eccessivo, è urgente fare quelle riforme sempre rinviate». Tira un piccolo calcio a Fiat: «Va aiutata l'intera filiera a partire dalle piccole e medie imprese dell'indotto che oggi soffrono molto. La Fiat occupa in Italia 60 mila addetti, con l'indotto si arriva ad un milione. Sì ad incentivi che siano indirizzati all'efficienza energetica, alla mobilità ecologicamente compatibile, al rinnovamento dei prodotti». Infine, come ciliegina sulla torta, annuncia: «Esco da Cai». Berlusconi, a cui certamente erano state anticipate le dichiarazioni del presidente di Confindustria, a metà mattinata prova subito a metterci una pezza: «Ho dato il via alla convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi, credo martedì prossimo, per discutere del settore dell'auto che ha avuto un calo profondo». Tremonti, a cui probabilmente non era stato anticipato il testo dell'intervista del Sole, nel pomeriggio incontra le Regioni e spiega che il governo si è mosso contro la crisi senza ritardi: «Siamo in linea con gli altri paesi europei». «Non sfonderemo il deficit, perché un conto è fare più aste e un conto è sfondare il tetto del deficit» sottolinea il ministro. Il titolare dell'Economia però ammonisce: «Non crediamo che la cura per una crisi che deriva da un eccesso di debito sia fare ancora più debito». Quindi avverte che il governo «non ha una visione riduttiva della crisi». La causa, sottolinea, non è nell'economia reale ma nella finanza «e solo dalla finanza» può venire la soluzione. È una crisi «che è venuta da fuori» coinvolgendo anche l'Italia. Confindustria non molla e nel vertice serale con le parti sociali, rilancia. E chiede al governo «decisioni forti e lo stanziamento di fondi nelle prossime settimane, per ammortizzatori sociali, infrastrutture e investimenti per le imprese» spiega la Marcegaglia. E se il governo propone di allargare la platea degli ammortizzatori sociali la numero uno degli industriali risponde per le rime: «Sono la cura a una malattia ma noi dobbiamo anche cercare di prevenire la malattia dando un sostegno vero all'economia». Il «dialogo» è dunque iniziato. Ma tra industriali e ministero dell'Economia qualcosa s'è rotto.