Avevo penato molto per arrivare alla Vigilanza Rai. ...
Solo che il cambio della guardia è avvenuto proprio il giorno prima dell'elezione di Villari alla presidenza. Non ho, insomma, fatto in tempo ad approdare a Palazzo San Macuto che mi sono trovato nel pieno della tempesta, con il braccio di ferro tra le Istituzioni e l'epatologo napoletano, con l'abbandono dei lavori da parte dei commissari del Pd, stizziti per il voltafaccia di Villari, e successivamente con il forfait anche di noi del Pdl per cercare di sbloccare una situazione sempre più insostenibile. Quel gesto non è bastato perché il presidente della Vigilanza è rimasto lì, attaccato con la colla alla sua poltrona e insensibile al grido di dolore che gli giungevano da più parti. E, a quel punto, abbiamo fatto in 36 ciò che non ha fatto Villari: ci siamo dimessi in blocco per arrivare a quella benedetta fumata bianca che possa consentire alla Vigilanza, e quindi alla Rai, di lavorare dopo tanti mesi di paralisi. La politica è anche questo: doversi sacrificare per compensare gli egoismi degli altri. In un Paese dove le dimissioni non si danno mai, ma al massimo si minacciano, l'atto compiuto non è di poco conto. E, personalmente, credo di avere battuto tutti i record: non ho fatto in tempo ad occuparmi di quello che penso di saper fare, dopo quasi 40 anni di giornalismo, che già sono stato costretto a lasciare. Ma ho compiuto questa scelta senza rimpianti. Perché penso che, in tal modo, possa anche io contribuire a superare «un'impasse» senza precedenti nella storia della Repubblica. Da ex commissario della Vigilanza, mi auguro, a questo punto, che la nuova squadra possa finalmente lavorare cercando di recuperare tutti i mesi persi in schermaglie e veleni: la Rai non può più restare in una situazione di stallo con un CdA scaduto privo di motivazioni e, semmai, carico di rancori. Ma spero anche che si arrivi, in tempi brevissimi, alla nomina a presidente di Sergio Zavoli. Conosco da una vita il senatore, che è romagnolo come il sottoscritto. Giornalista di grandissima esperienza, maestro di tante generazioni di inviati della radio, della tv e dei giornali, già presidente della Rai, Zavoli è la persona giusta - per età, esperienza e, soprattutto, carisma -, a far superare gli ostacoli frapposti sulla strada del risanamento dell'ente radiotelevisivo. I cittadini hanno le tasche piene di parole al vento e di dimissioni, e chiedono fatti concreti. La nuova Commssione dovrà ricordarselo. *deputato Pdl