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Veltroni si è spaventato e cerca il dialogo con il Pdl

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Un avvertimento che arriva, e probabilmente la cosa non è casuale, dopo l'incontro di lunedì tra D'Alema e Casini. Insomma, il segretario non ha nessuna intenzione di farsi scalvalcare dal suo eterno rivale, e scende in campo. In fondo era stato proprio il leader dell'Udc, lunedì, al termine del faccia a faccia con «Baffino», ad invitare l'opposizione a dialogare con l'esecutivo. Le parole di Veltroni sembrano aprire a questa possibilità anche se tutto è subordinato all'assenza di «strappi imprevisti». Posizione sposata dai centristi con Roberto Rao che confida in un atteggiamento conciliante del centrodestra augurandosi che i vertici di Pdl e Lega, insieme al ministro Guardasigilli, tengano conto «del grande lavoro svolto sinora» dall'Udc che «fin da settembre ha messo sul tavolo le sue proposte». Proposte che potrebbero essere recepite dal centrodestra «senza alcuna difficoltà». Ora la palla è nelle mani di Alfano che ha anticipato la sua bozza nel corso del vertice di maggioranza ieri sera a Palazzo Grazioli (presenti oltre al ministro e al premier, il consigliere giuridico Ghedini, il ministro della Difesa La Russa, il presidente della commissione Giustizia Bongiorno, il leader della Lega Bossi, il ministro dell'Interno Maroni, quello delle Infrastrutture Matteoli, Roberto Castelli e il capogruppo del Carroccio alla Camera Cota). Tra i provvedimenti ipotizzati uno che ha l'obiettivo di frenare gli interventi pubblici dei magistrati: il giudice che esterna, anche fuori dal processo, ha infatti l'obbligo di astenersi. La bozza prevede tra l'altro paletti ai pm nella loro iniziativa d'indagine, un contemporaneo ampliamento del diritto alla prova da parte dell'imputato e più poteri agli avvocati nelle indagini difensive. Un'altra ipotesi è sospendere i procedimenti a carico degli imputati irreperibili, ma solo in caso di reati meno gravi. Si tratta di una «apertura» alle richieste dell'opposizione perché la norma era già prevista dal ddl Mastella. Ma l'opposizione frena. Il ministro-ombra della Giustizia Tenaglia avverte che se si pensasse, ad esempio, a ridisegnare le circoscrizioni giudiziarie «punti di contatto potrebbero esserci senz'altro». «Il ministro Alfano - ricorda il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto - ha sentito tutte le componenti di maggioranza e opposizione ed è quindi in grado di presentare un'ipotesi positiva che aggrega tutta la maggioranza e apre anche un confronto positivo con i settori dell'opposizione che, vedi documento Casini-D'Alema, si pongono in modo colloquiale per una riforma seria della giustizia di cui c'è grande necessità». Chi esce dal coro è, come sempre, l'Idv. Di Pietro mette i suoi paletti: «Sull'eventuale testo del governo ci si deve confrontare solo all'interno del Parlamento». Tutto il resto, sottolinea, sono «furbizie», «noi non partecipiamo a caminetti, ma solo a dibattiti in commissione».

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