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Il Pdl avanza faticosamente An lancia la doppia leadership

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Intanto, continua a tenere banco la questione della leadership, oggi con la proposta di una «governance duale Berlusconi-Fini» lanciata dal capogruppo vicario dei deputati del Pdl Italo Bocchino e prontamente stoppata da Forza Italia. «Noi possiamo anche fare una norma nello statuto che prevede che, finchè farà politica, Berlusconi resta leader e decide quello che vuole, sempre d'intesa con Fini ovviamente», osserva Bocchino. Ma servono regole, se si deve «costruire un partito per i prossimi cinquant'anni». Un tema che i colonnelli di An non mancano di tenere alto con interviste ormai quotidiane. Dopo Andrea Ronchi ed Ignazio La Russa, oggi è Gianni Alemanno a ricordare: «Nessuno mette in discussione la leadership di Berlusconi, ma occorrono regole e partecipazione per far funzionare un partito». Sulla «leadership duale», Forza Italia fa orecchie da mercante. «Non porta bene nominare i propri «delfini», sono i cittadini a decidere i leader», osserva Denis Verdini, rimarcando che con il Pdl An avrà intanto modo di entrare nel Ppe, mentre «in passato ne aveva già manifestato l'intenzione, ma aveva anche ricevuto qualche stop». Niente tandem anche per Piero Testoni, fedelissimo del premier: «Trovo che questa sigla sia fuori luogo e prematura. Il Pdl ha un leader riconoscibile e riconosciuto. La polemica o i contributi che in queste settimane di dibattito interno ci sono intorno alle figure di spicco, una fra tutte il presidente della Camera, aiutano naturalmente il percorso congressuale del Pdl, sono utili, importanti e vitali. Ma il leader resta uno. Uno solo».

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