Soru candida il portaborse. Ed è di nuovo polemica
E l'imprenditore di Sanluri non perde occasione per attaccare frontalmente non il suo oppositore, Cappellacci, ma direttamente il premier Silvio Berlusconi, impegnato in una campagna elettorale molto partecipata che lo ha visto ieri a Nuoro. Soru, nell'ennesimo duello a distanza, tra Bonorva, Orotelli, Sedilo e Tortolì ha invitato il premier ad occuparsi solo di problemi nazionali ed a non immischiarsi nella campagna sarda: «Berlusconi arriva in Ogliastra solo per le elezioni, ma dov'era in occasione delle alluvioni di qualche mese fa?». Oppure: «Fa campagna elettorale coi potenti mezzi della presidenza del Consiglio - ha spiegato Soru - dice di non togliere tempo all'attività di governo? Non sapevo che un capo di governo facesse la settimana corta». Un evidente segnale di nervosismo crescente per Soru che pare più interessato a Roma che a Cagliari. Per l'ex governatore sardo sembra sempre più vero, infatti, che la vera sfida non consista nella vittoria in Sardegna, traguardo sempre più lontano, almeno a giudicare dai recenti sondaggi, ma nella battaglia per occupare il posto che presto Walter Veltroni sarà costretto ad abbandonare. Lo prova, peraltro, anche l'ormai strettissimo legame con Carlo De Benedetti, già titolare della simbolica tessera n°1 del Partito Democratico e grande sponsor di Veltroni e Rutelli, oggi legato a Soru da nuovi vincoli politici, dopo quelli economici: soci in Tiscali prima, e in affari oggi con la discussa deliberazione della giunta Soru che attribuisce a Sorgenia (società del gruppo De Benedetti) lo sfruttamento di ben 100 Megawatt di energia da fotovoltaico nell'isola. Nessuna grande sorpresa, invece, nei listini bloccati che accompagneranno i candidati allo scranno più prestigioso dell'Isola. Mentre Ugo Cappellacci punta sull'esperienza e su alcuni volti noti della regione, Renato Soru non perde l'abitudine di chiedere aiuto a personaggi del mondo dello spettacolo, come la cantante folk, Elena Ledda ed il cantautore sardista Piero Marras, nel tentativo di arginare l'emorragia di consensi dal mondo sardista, oggi confluito nel Pdl. Molte polemiche hanno accompagnato la candidatura imposta da Soru del suo portaborse, Franco Carta, recentemente salito all'onore delle cronache per lo scandalo della gara d'appalto (poi annullata) Saatchi & Saatchi, oggetto di un inchiesta della procura della Repubblica cagliaritana. Proprio questa inchiesta è al centro di un'azione politica dell'ex-presidente della Regione sarda, ora deputato al Parlamento, Mauro Pili che sostiene che sia stata proprio la necessità di non andare alle elezioni da rinviato a giudizio a far presentare al Soru le dimissioni anticipate. Sullo sfondo del duello Berlusconi-Soru, saranno ben sei i candidati alla carica di presidente della Regione Sardegna: oltre ai nomi già noti del patron di Tiscali ed ex-governatore dell'isola, Renato Soru e del coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, altri outsider. La coalizione di centrosinistra, infatti, continua a perdere pezzi: dopo aver giubilato il presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, storico nemico politico di Soru, anche i socialisti, che facevano parte della maggioranza ulivista della prima fallita esperienza dell'imprenditore di Sanluri, si presenteranno autonomamente agli elettori, candidando il loro leader regionale Peppino Balia. Ma non mancano anche le candidature provocatorie degli indipendentisti, che rispondono con i fatti ai vellutini di Soru.