Il Pdl può modernizzare il Paese
Fini, invece, ha alle spalle un partito, Alleanza Nazionale, che ha mantenuto un radicamento territoriale almeno in una parte del Paese. Dispone di quadri più sperimentati e diffida del cesarismo a cui necessariamente si ridurrebbe la forza berlusconiana senza strutture. Ha inoltre acquisito, proprio da Montecitorio, una maggiore fiducia nel Parlamento che lo induce a confidare più nelle regole istituzionali che nell'appello diretto al popolo. È per questo che, pur se gli elettorati di Fi e An sono sostanzialmente favorevoli al partito unico, le spinte dei due partiti e le pulsioni dei due leader stentano a comporsi in una comune prospettiva che oltrepassi le convenienze elettorali. A nostro parere, però, mai come in questo momento sono esistite condizioni tanto favorevoli per il centro-destra per tentare quel che non c'è mai stato, un grande raggruppamento pragmatico e pluralistico che contenga diverse tendenze e si riconosca in valori non necessariamente identari. Ma il cammino verso il nuovo Popolo delle libertà deve essere prudente. La lezione del Partito democratico indica che la volontà e la leadership non bastano. E la strada delle unificazioni tra partiti è ingombra di fallimenti. Tuttavia è questo il momento in cui vale la pena di giocare fino in fondo una carta che, prima ancora che per Berlusconi e Fini, serve per modernizzare la democrazia italiana. Massimo Teodori