Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il leader di Italia dei Valori: «Può succedere»

default_image

  • a
  • a
  • a

In realtà, però, quello di Tonino non è un vero e proprio silenzio. Il leader dell'Idv, infatti, decide di pubblicare sul suo blog il testo di un'intervista rilasciata lo scorso 15 gennaio ad Alain Elkann e trasmessa ieri su La7. Temi del faccia a faccia giustizia e informazione. Ma, proprio per la non attualità dell'intervento, il risultato finale è quasi comico. Ad un certo punto dell'intervista, infatti, Di Pietro dice con fermezza: «Nel merito non c'è un mio uomo ad oggi inquisito». Il 15 gennaio era vero oggi, purtroppo per l'ex pm, no. Ma il leader dell'Idv dice anche altro. «In questi giorni - domanda Elkann - ci sono dei giornali e delle televisioni che dicono che ci sono dei suoi uomini che gli creano dei problemi, che ha qualche problema nel suo partito. Per esempio nella vicenda napoletana, anche se lei è fuori da tutto, quando uno è capo di un partito...» «Primo - risponde Tonino -: nel merito non c'è un mio uomo ad oggi inquisito. Ci sono invece persone del governo, della maggioranza, e dell'opposizione che sono anche agli arresti. Si parla dei nostri che non sono inquisiti, e non si parla di quelli che sono addirittura al governo e per i quali hanno richiesto le misure cautelari. Ecco, se il canale di trasmissione prende lo stuzzicadenti e te lo fa diventare trave, e prende la trave e te lo ficca nell'occhio, allora non riesci più a vedere». «Il problema è un altro - continua -. Il problema è che può capitare, e capiterà, anche all'Italia dei Valori. Quando un partito politico è solo movimento politico, quando fa piazze e girotondi, come a Piazza Navona, c'è il partito della protesta, della cosiddetta società civile che denuncia ciò che non va. Quando un partito deve fare un salto in più ed entra dentro le istituzioni, è come dire che il contadino raccoglie le mele». «Quando raccoglie le mele - spiega -, non è detto che tutte quelle che mette nel cesto siano senza verme, può trovare le mele marce. Il problema non è nel fatto che nel nostro partito, per intuizione divina, possiamo raccogliere sempre le mele giuste, può capitare la mela marcia. Dov'è la differenza? Che il buon contadino guarda il cesto il giorno dopo, perché il giorno dopo esce il verme e se ne accorge. Quando il buon contadino vede la mela marcia, la prende e la toglie dal cesto. Questo è quello che ha fatto l'Italia dei Valori, e lo farà sempre. Addirittura, tutti coloro che hanno problemi di giustizia li mettiamo subito fuori dal partito, e se risolvono i loro problemi positivamente possono tornare, altrimenti non possono ne amministrare né stare nel partito. La differenza nostra, e di questo sono orgoglioso, è che noi quando c'è un problema di giustizia abbiamo l'obbligo di correre dal magistrato e far valere le nostre ragioni. Il secondo obbligo è di mettersi prima a disposizione della giustizia e poi dentro le istituzioni. Negli altri la prima cosa da fare è farsi una legge per non farsi processare, criminalizzare il magistrato per dire che una battaglia politica. Scusate, chi è il buon "contadino"?»

Dai blog