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Santoro, un predicatore in tv

Michele Santoro

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Verrebbe quasi da dire che si tratta della pena del contrappasso. Lei, Lucia Annunziata, la donna che il 12 marzo 2006 durante la sua trasmissione In mezz'ora vide Silvio Berlusconi alzarsi e andarsene furibondo a metà intervista, costretta ad abbandonare anzitempo lo studio di Annozero. Verrebbe quasi da apostrofarla con un saggio «chi di spada ferisce, di spada perisce». Ma stavolta è diverso. Non si tratta di un politico che lascia una trasmissione tv in polemica con il conduttore (Michele Santoro vantava già il precedente di Clemente Mastella ndr). Quello andato in onda giovedì sera è uno scontro tra pari. Tra due giornalisti che hanno condiviso l'esperienza nella Raitre di Angelo Guglielmi. La Raitre che guardava, a volte ben oltre la simpatia, a sinistra. Ebbene Lucia e Michele giovedì sera si sono trovati da due parti diverse della barricata. A far esplodere la bomba la critica della Annunziata che ha accusato Santoro di aver fatto una trasmissione sulla guerra a Gaza schierata quasi esclusivamente dalla parte dei palestinesi. Anche se forse, a far arrabbiare il conduttore, è stato ben altro. Forse è stata l'idea che una collega, non certo schierata con il centrodestra, potesse avanzare dubbi su di lui. Tanto che subito l'ha apostrofata: «Che tu venga qui a fare l'ospite e a dire queste fesserie che sentiamo continuamente dire su di noi è veramente una volgarità». Già, è veramente una volgarità criticare lui, l'onnipotente Santoro. Quello che non si ferma neanche quando l'Arma vuole impedirgli di portare in tv Margherita Granbassi. Anche perché chi lo critica è inevitabilmente condannato a vedersi affibbiare il titolo di censore. Così è stato anche ieri, quando il presidente della Camera Gianfranco Fini ha telefonato al presidente della Rai Claudio Petruccioli denunciando il fatto che, durante la trasmissione, «è stato superato il livello di decenza». Il conduttore è subito partito alla carica affidando il suo pensiero al sito di Annozero. «In un Paese normale - è stato il suo attacco - il livello della decenza lo supera un presidente della Camera che, travalicando i suoi compiti istituzionali, interviene per richiedere una censura nei confronti di un giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l'opinione pubblica». E poco importa che il mondo politico, con qualche sparuta eccezione (Prc, Pdci, Idv e alcuni esponenti del Pd), condanni all'unisono il conduttore. Poco importa che l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meier scriva a Petruccioli («Siamo certi che Lei saprà adottare le necessarie misure per far sì che un simile spettacolo vergognoso non si ripeta più») e che lo stesso risponda, dopo una giornata di polemiche, spiegando che «la trasmissione Annozero merita critiche severe». Se si tocca Santoro, lui urla alla censura. È successo ogni volta che qualcuno, compresa l'Agcom, è intervenuto per criticarlo: il conduttore si è stracciato le vesti e poi, come se niente fosse, ha continuato dritto per la sua strada. Il canovaccio è sempre lo stesso. Ma chi di spada ferisce, prima o poi, di spada perisce.  

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