«Social card, basta polemiche»
Così, preciso come un orologio svizzero sulla tabella di marcia, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha dato il via, presso la sede del suo dicastero, a un confronto serrato con i cronisti. Un'apparente tranquillità che non è mai sembrata fuori luogo nemmeno quando il ministro ha dovuto parlare della difficile situazione economica che sta attanagliando l'Italia e della social card. Un tema molto caro a Tremonti che ha subito invitato a «non fare polemiche sulla povertà». Un avvertimento mandato alla minoranza che sta da giorni attaccando l'operatività della carta per i meno abbienti. Attacchi secondo lui ingiustificati. Così, supportato dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, ha comunicato i primi dati relativi alle richieste e all'utilizzo della carta: «Sono state inviate 1,3 milioni di lettere» a chi, secondo i dati Inps, si pensava ne avesse diritto. Anche se, sempre a quanto riporta il ministro, «le carte richieste sono state circa 580 mila delle quali ne sono state caricate, con 40 euro mensili, 423 mila pari al 73 per cento del totale». Infatti, ha spiegato Tremonti, la social card viene assegnata solamente a chi rientra nei parametri Isee che, a differenza dell'Inps, non ha una banca dati consultabile dalla quale evincere, a priori, chi ne abbia diritto. Quindi ha voluto spiegare che delle 157 mila domande non accolte, 9 mila non lo sono state per anomalie alla richiesta e le restanti 148 mila soprattutto perché il richiedente sforava i requisiti. Dal resoconto si capisce poi che le 423 mila carte hanno effettuato complessivamente 680 mila transazioni con un ammontare medio, per ciascuna di queste, di 33 euro. Naturalmente l'82% di queste trasazioni sono state effettuate nei negozi alimentari, drogherie e supermercati. Poi ha aggiunto: «La natura nuova dello strumento ha portato a situazioni di disagio rispetto a cui, enormemente, ci scusiamo, ma restiamo convinti che sia la procedura giusta». Scuse che non convincono il leader del Pd, Walter Veltroni che definisce la carta «umiliante» per quanti la usano, perché nei supermercati li identifica come «quelli della social card». Gli fa eco Livia Turco che parla di «una iniziativa del tutto inefficace e umiliante per anziani e poveri, molti dei quali non possono neanche utilizzarle perché non caricate». Ma anche la Cgil parte all'attacco con il segretario confederale Morena Piccinini: «Dai primi risultati della fase di avvio della social card si prefigura il fallimento della misura, sul quale il governo farebbe bene a riflettere». Tutte tristi polemiche per il ministro Tremonti che durante la conferenza non ha voluto comunque rinunciare a qualche battuta come quella riservata ad un giovane cronista dai lunghi capelli «rasta»: «Chissà cosa direbbe Berlusconi di questi capelli». E prima di andarsene ha concluso: «Vi aspetto presto, sempre se riporterete correttamente quello che ci siamo detti».