«In tanti si esercitano in previsioni sulla crescita: tra ...

Parlando tra loro o, ancora meglio, parlando l'uno dell'altro, non esitano a definirsi campioni delle previsioni... sul passato o delle previsioni fissate talmente lontano nel tempo da essere, di fatto, non verificabili. Ma questo vale finché scherzano tra loro, perché, invece, la categoria è solitamente rispettata e ascoltata, godendo di un credito, però, tutto da verificare e, per la verità, messo molto in discussione dagli eventi recenti. Solo Tremonti (nel passato ci aveva provato qualche democristiano ben radicato nella cultura popolare, ma proprio per questo meno efficace nella polemica antiaccademica) rompe questo incanto e non risparmia ironia verso chi fa analisi economiche. Non va a cercarsi i suoi bersagli tra le ultime file, ma parte proprio dal numero uno dell'istituzione più rispettata e celebrata: la Banca d'Italia. Non è che lui vorrebbe proprio sempre prendersela con il governatore Mario Draghi, però va a finire che ci si trova sempre in polemica. D'altra parte è ormai da qualche anno che la politica economica si può pensare e gestire anche «senza» la Banca d'Italia e Tremonti ne ha preso atto. Sarebbe ingeneroso pensare che Draghi risponda alla freddezza del ministro giocando a fare il menagramo. Sarebbe ingeneroso e poco rispettoso. Perciò accogliamo con il massimo rispetto dell'istituzione e del suo pregevole centro studi la previsione molto negativa sull'economia italiana, meno 2% di crescita del Pil attesa nel 2009, pubblicata ieri. Con la quale la Banca d'Italia, tra le tante istituzioni mondiali (Ocse, Fondo monetario, vari centri studi) e nazionali (Confindustria, Confcommercio) che si cimentano in previsioni, va a occupare il primato della negatività revisionale: è sua infatti la stima più pessimistica. Ovviamente, come si diceva, non sarà certo così per fare uno sgarbo al ministro. Ma certo, che, un po', la sensazione resta. Anche per questa ragione forse ieri Tremonti, con mossa repentina, si è cimentato nella guerra preventiva (mediatica) alla banca centrale. Prima che uscissero i dati di via Nazionale eccolo in conferenza stampa convocata in grande stile, spiegare che le previsioni sono roba da indovini o da astrologi. Spostato Draghi dalle pagine dei bollettini economici a quelle di Astra il gioco era fatto. Le schermaglie continueranno? Non c'è bisogno di essere astrologi (o economisti) per prevedere che andrà proprio così.