«Consumiamo più leader che canottiere»

Ma sul tavolo restano molte questioni. Prima fra tutte quella della nuova legge elettorale. Molti esponenti del Pd restano allibiti dal fatto che, nonostante fossero chiare le contrarietà ad un sistema misto liste bloccate-preferenze e vista l'aria che da tempo tira nel partito, il leader abbia voluto andare avanti. Con la conseguenza che ad essere messa in discussione non è stato solo il modello belga ma un'idea di partito visto che, a quanto si apprende, i critici, D'Alema in primis, hanno criticato anche l'idea di uno sbarramento, dichiarando di fatto fallita la vocazione maggioritaria del Pd alla base del progetto veltroniano. «La realtà — spiega un dirigente vicino al segretario — è che c'è gente che guarda già al dopo Veltroni e torna ad immaginare ritorni allo schema dell'Unione». Schema che, finché sarà in sella, il leader democratico non ha intenzione di rispolverare: «Il Pd — ha scendito ieri Veltroni — è il sogno politico della mia vita perché l'Italia ha bisogno di un bagno riformista e non del ritorno a logiche del passato, alle alleanze per le alleanze, al minimalismo programmatico». E rinnovando l'invito ad evitare distinguo e polemiche, ha aggiunto: «La verità è che ci sono dirigenti che sanno fare bei discorsi ma fanno fatica a parlare con i cittadini». Per questo Veltroni tornerà in vista delle europee a fare un nuovo giro d'Italia mentre già lunedì sarà a Napoli per cercare di riconquistare al Pd la fiducia dei cittadini. La mission veltroniana in Campania resta il rinnovamento: il segretario avrebbe ribadito mercoledì l'intenzione a Bassolino, che però intende restare al vertice della Regione fino al 2010, non ostacolando, sarebbero i termini della «tregua» siglata sempre mercoledì, il percorso per un ciclo nuovo che il commissario Morando inaugurerà a partire dalla scelta dei candidati alle prossime elezioni.