Bossi insiste: "La tassa c'è in tutta Europa"
Il tutto ha avuto inizio ancor prima che il Senatùr raggiungesse i colleghi del Carroccio in Aula alla Camera quando, il ministro per le Riforme, si è concesso un caffè alla buvette con Giulio Tremonti. Un colloquio tra ministri proseguito sui divanetti del Transatlantico e terminato quando Bossi ha inforcato, deciso, la porta dell'Aula per sostenere il governo dl anti crisi. Un voto difficile ma che la Lega ha voluto far seguire da una stoccata che dovrebbe mettere sull'attenti i colleghi del Pdl. Infatti da li a poco è arrivata una non tanto velata minaccia: «Tutti gli alleati sono avvisati - spiegano alcuni parlamentari del Carroccio - questa non sarà una mossa isolata ma solo la prima di una serie di azioni». Un avvertimento legato forse a quello che stava accadendo a palazzo Madama dove si procedeva al vaglio degli emendamenti al Ddl sicurezza nel quale è inserita una tassa per il permesso di soggiorno agli immigrati quantificata, molto probabilmente, in 200 euro che Bossi commenta: «C'è in tutta Europa. Volete fare gli europei e poi fare diversamente dagli altri Stati»? Intanto ieri sono stati votati, sempre in Senato, degli emendamenti legati alla procedura per l'espulsione con l'accompagnamento coatto, per gli extracomunitari, e con foglio di via per quelli della comunità europea. Ma l'impeto del Senatùr non si era ancora smorzato e, il suo successivo appuntamento, sarebbe stato con Silvio Berlusconi per parlare di riforme. In primis quella sulla giustizia. Altri colpi di scena in arrivo? Ma certo. Infatti poco prima dell'incontro aveva tuonato: «Per ora non c'è nessun accordo con Berlusconi sulla riforma» invitando a domandare al premier ulteriori delucidazioni, che non tardano ad arrivare: «Sulla giustizia andremo avanti sottolineando che, con la Lega, l'unica divergenza è sulle pene per chi imbratta i muri visto che Bossi li considera «i libri del popolo». E rimanda tutto al prossimo Cdm, il 23 gennaio. Proprio sullo scottante problema della giustizia è voluto intervenire anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Siamo d'accordo sulle grandi linee. Diciamo che non mi risulta che non ci sia un accordo, ma nemmeno che un accordo sia stato cristallizzato». E continua: «Con Bossi sono amico, ma ci vuole un pò di decenza. Gli chiedo di non esagerare nella competizione per catturare basi». Poi il ministro delle Riforme analizza le motivazioni che hanno spinto il presidente della Camera a criticare il Governo: «Fini ha difficoltà di giovinezza... I partiti funzionano, basta solo che i dirigenti vadano a cena insieme per trovare un accordo». E in un clima di grandi esternazioni Bossi non poteva esimersi dal commentare la vicensa di Alitalia: «Io dico Franza o Alemagna purchè se magna. Malpensa ha solo bisogno di un pò di rotte libere, perchè ci sono un sacco di compagnie che vogliono volare lì».