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"Il Pd cominci a parlare dei problemi veri della gente"

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Professor Vittorio Prodi, ha visto quanti consensi per suo fratello. La popolarità di Romano Prodi è intatta? «Sì, io non ho mai avuto dubbi a questo riguardo». Come pensa sia stato guidato il Pd in questo periodo? «Mah... Sono preoccupato. Ho ascoltato le osservazioni di Walter Veltroni che ha chiesto unità al partito fino alle prossime elezioni Europee. Questo è un problema. Spero che si riesca ad andare avanti». Oggi D'Alema ha detto che si è perso troppo tempo per demonizzarlo. «Non ho seguito questa polemica. È necessario cominciare a parlare di politica alta. Ho sempre pensato che l'alta politica si realizzi con l'impegno sui temi reali che i partiti devono affrontare. Visto dal mio punto di osservazione di Strasburgo, credo che sia necessario impegnarsi sui temi del riscaldamento globale e del cambiamento climatico. Nel mio piccolo faccio questo. Mi occupo di quelle cose che esigono un cambiamento di civiltà. Ecco, nel mio piccolo mi occupo di questo. Voglio suggerire al Pd che dobbiamo capire come il cambiamento debba essere la ragione della nostra unione politica. Dobbiamo impegnarci per questo. Il Pd ha bisogno di convergenze culturali. Spero che ci si arrivi presto». Si ricandiderà alle Europee? «Ho fatto sapere al partito di essere disponibile ad andare avanti. Penso che il partito troverà i modi per rispondere a questo». Andrebbe nel gruppo del Pse? «Tutti i gruppi parlamentari a Strasburgo sono superati. Mi riferisco ai popolari europei, ai socialisti e ai liberali perché ragionano con una mentalità del 1800. Dobbiamo andare ben oltre. La risposta non può che essere un rimescolamento della composizione degli attuali gruppi parlamentari europei». Suo fratello cosa dice di questi complimenti che riceve? Cosa farà? «Mi ha detto che questi complimenti gli fanno molto piacere. Ma questa è una domanda che non dovete certo rivolgere a me». Qual è stato l'episodio recente nel Pd che le ha dato più fastidio... «Preferisco non commentare queste cose. Dobbiamo concentrarci sulle ragioni per le quali siamo nati. Il resto mi interessa poco perché sembrano solo dei fatti personali. Dobbiamo superare certe cose». Che giudizio politico darebbe di Veltroni? «Non ho mai messo in discussione Veltroni, che resta il segretario. Adesso deve restare lì ed essere messo nelle condizioni di lavorare. Il partito ha i suoi incontri statutari nei quali si dovranno decidere gli eventuali cambiamenti. Dobbiamo renderci conto che gli argomenti veri della politica non sono quelli che si discutono in Italia. Dobbiamo impegnarci per la speranza».  

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