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Veltroni, nuovo appello all'unità interna

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«Mandare tutto al diavolo? - scandisce in una intervista all'Unità - Non ho il diritto di farlo. Anzi, ho più entusiasmo e determinazione che mai». Per questo Veltroni chiede però «per i prossimi mesi a tutti i dirigenti locali e nazionali di usare le loro energie per contrastare gli altri e non alimentare ogni giorno il disegno di chi punta a liquidare il Pd». Intanto, mentre Morando è a Napoli e Vannino Chiti si appresta a tentare di sbrogliare la matassa di Firenze, al responsabile organizzativo del partito, Beppe Fioroni, viene affidato il compito di riallacciare il dialogo con gli amministratori locali in una assemblea con tutti i rappresentanti dei territori che si terrà il 7 febbraio a Bologna e aprirà la campagna elettorale per le amministrative. «È un tentativo troppo tardivo di riallacciare i contatti con la periferia - commenta, però, un dirigente del Pd -, ormai dopo i casi di Pescara o Firenze gli amministratori si sentono lasciati soli e non si impegneranno nemmeno nella campagna elettorale». «La situazione - dice anche Fioroni in un colloquio con Repubblica - è pirandelliana. Zingaretti, Soru, Enrico Letta sono personaggi in cerca d'autore. Vogliono tutti fare il leader e il loro ruolo viene prima del progetto. Tanto è vero che se non fanno i segretari del Pd, a leggere le cronache, possono farlo di un'altra formazione.». Parole che innescano una immediata reazione. «Colui che dovrebbe essere il responsabile organizzativo di tutto il partito - attacca Zingaretti - fa finta di non conoscere la mia storia, ma, come lui sa bene, io non sono alla ricerca proprio di nulla.

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