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Scotti: «Il centrodestra si sbrighi a produrre un'alternativa»

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Insomma anche lui, come Rosa Russo Iervolino, ha provato il brivido di gestire una delle città più difficili d'Italia. E proprio per questo contesta l'attuale primo cittadino: «Non ha più alcuna credibilità politica. Può mantenere l'istituzione, ma non ha credibilità per guidare la città». Sottosegretario, si aspettava il terremoto di queste settimane? «L'anno scorso, con un gruppo di amici di diversa estrazione culturale e politica, promossi i "lunedì per Napoli". Volevamo guardare in faccia la realtà e, in particolare, la crisi economica, sociale, istituzionale e politica che stava colpendo la città. Nessuno ci ha dato retta». Sta dicendo che quella che vediamo è la normalità? «Da 15 anni a Napoli è diventato costume uno scambio tra politica, istituzioni, affari e imprenditorialità. Purtroppo questo non ha prodotto nessuna risposta concreta alle difficoltà dei cittadini. Quello che è esploso adesso non è altro che la rivelazione di un male profondo e radicato». Come è possibile uscirne? «Io credo che le macerie siano di fronte a tutti. È inutile rimestare in una situazione così degradata. La magistratura farà il suo corso, ma il problema politico resta: da 15 anni a Napoli non c'è un'alternativa. Il dramma napoletano è che non c'è uno scatto di orgoglio forte». Cos'è, una critica al centrodestra? «Qualche giorno fa sul Mattino, Maurizio Gasparri chiedeva al centrodestra di svegliarsi. Ecco, il problema non è il disastro. Quello che la gente non vede è una speranza. Il problema è la rassegnazione». Detta così, però, è un po' generica. Cosa dovrebbe succedere concretamente? «Ad esempio i rappresentanti del centrodestra nelle istituzioni dovrebbero dimettersi, dovrebbe spingere verso le elezioni. Ma serve anche un momento di rigenerazione. Tempo fa proposi di costruire il movimento dei non rassegnati per far vedere a tutti che c'è la speranza di poter cambiare». Una speranza che Iervolino e Bassolino non sono in grado di incarnare? «Iervolino, glielo dico volendole bene, sta rischiando una crisi di credibilità epocale. Ci vorranno decenni per recuperare la fiducia dei cittadini. Dalla crisi si esce solo se i napoletani diventano protagonisti, ma hanno bisogno di qualcuno che li guidi. Rosa non ha la credibilità per farlo e noi rischiamo di venire assorbiti perché oggi la gente tende a fare di tutta l'erba un fascio. Per Bassolino vale lo stesso discorso. Ormai si è chiuso un ciclo». Vuole rivolgere un appello ai suoi alleati di governo? «Cominciamo a far vedere che facciamo sul serio. Serve un grande rinnovamento di uomini e di idee. E, soprattutto dobbiamo coinvolgere, senza distinzioni, le energie della città che sono state mortificate da questo sistema di potere. Perché chi non stava nel sistema, veniva emarginato».

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