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Il Pd in campo contro la Iervolino

Rosa Russo Iervolino

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Il sindaco di Napoli affronta il primo giorno di lavoro della sua nuova giunta facendo i conti con il fuoco amico sulle sue scelte e sulla registrazione voluta dell'incontro di domenica scorsa con l'ormai ex segretario provinciale del Pd, Luigi Nicolais, e il segretario regionale Tino Iannuzzi, quando si tentava di raggiungere un accordo proprio sulla composizione della squadra di governo. Un'iniziativa condannata dagli interessati, che hanno negato di essere stati informati. Così come ha negato la senatrice del Pd Teresa Armato, storica amica ed alleata di Rosetta, fedelissima dell'amministrazione di centrosinistra ed ex assessore alla Regione con Bassolino. Ora anche quest'antico sodalizio è spezzato, e la replica del primo cittadino è un misto di amarezza, rabbia ed aria di sfida: «Mi è stato detto che Teresa Armato ha negato che io le abbia annunciato l'intenzione di registrare l'incontro. Me lo dica in faccia; che lo dicesse, ora, guardandomi negli occhi». Proprio la parlamentare era stata fidata consigliera e preziosa promotrice del chiarimento con Nicolais. «Ho detto esplicitamente che volevo registrare la riunione di domenica alla Armato, che mi ha chiesto di incontrare questi signori, e che mi ha ritelefonato comunicandomi l'ora nella quale venivano - racconta ancora il sindaco -. Anzi, io le ho detto due cose, uno che avrei registrato la riunione, non vedo che c'è di tanto speciale. Due, le ho detto "poi prendiamo un bel foglio e ci scriviamo accordo fatto, buon lavoro" una cosa per dimostrare che siamo d'accordo e lo firmiamo. Poi la riunione è andata talmente bene che mi sembrava strano scrivere accordo fatto, e quindi non c'ho più pensato». Ma la registrazione, depositata nella segreteria generale, è «proprietà di tre persone, per renderla pubblica ho bisogno dell'autorizzazione di Iannuzzi e Nicolais, me lo devono mettere per iscritto, perché io non mi fido più di nessuno». Mentre l'ex segretario chiedeva di procedere, però, il neocommissario imposto da Veltroni, Enrico Morando, insisteva perché si chiuda definitivamente la vicenda, non pubblicando la conversazione. Bisogna aprire una nuova fase nel Pd napoletano, spiega. Ma intanto da Roma piovono ancora missili alleati sulla città. Linda Lanzillotta, ministro ombra della Pubblica Amministrazione, chiede ai gruppi consiliari della maggioranza di sfiduciare il sindaco e portare la città alle elezioni anticipate: «Lì il Pd segnerà la discontinuità rispetto al passato, visto che le giunte comunale e regionale sono espressione di un periodo in cui il partito non esisteva. Non si può avere questo accanimento di far sopravvivere le maggioranze e i governi quando hanno chiaramente dimostrato la loro inadeguatezza sul piano della soluzione dei problemi». Parole che imporrebbero quanto meno una riflessione, ma il sindaco sembra ormai non curarsi più di nessuno, e replica poco civilmente: «Ma si facesse i fatti suoi».  

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