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Due nuovi ministri, tre viceministri e circa una decina di ...

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Negli ultimi giorni indiscrezioni sempre più insistenti parlano di una accelerazione da parte del presidente del Consiglio: prima delle vacanze estive, Berlusconi aveva annunciato che avrebbe fatto qualche cambiamento per settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari. Sono passati cinque mesi e l'annuncio è rimasto tale. Ora, le voci sono tornate d'attualità, soprattutto alla luce dell'annuncio fatto dallo stesso Berlusconi poco prima di Capodanno della prossima nomina di Ferruccio Fazio e Michela Brambilla come ministri di Sanità e Turismo. E per ora si tratta degli unici due nomi ufficiali. Ieri pomeriggio doveva esserci un mini vertice Pdl con Verdini, La Russa, Gasparri e Cicchitto - poi saltato all'ultimo momento - proprio per discutere di nomi ed equilibri di partito. Intanto qualche nome già circola, come è noto che in questo allargamento Forza Italia gioca la parte del leone. Per l'incarico a ministro i nomi si fermano ai due preannunciati: Fazio e Brambilla. Sui viceministri, secondo i boatos raccolti in ambienti della maggioranza, e salvo cambiamenti dell'ultima ora, la partita sarebbe chiusa su tre nomi. La promozione potrebbe riguardare Paolo Romani, deputato di Fi e attuale sottosegretario allo Sviluppo economico (che vedrebbe confermata la delega alle Comunicazioni). In casa An potrebbero essere o Adolfo Urso, anch'egli sotto le dirette dipendenze del ministro Claudio Scajola, che riprenderebbe la guida del Commercio estero, come nel precedente governo Berlusconi, o Alfredo Mantovano al ministero dell'Interno. Potrebbe diventare viceministro anche Roberto Castelli della Lega, attuale sottosegretario alle Infrastrutture. E poi c'è una schiera di papabili per la poltrona di sottosegretario: si va dall'Economia all'Istruzione, dall'Agricoltura alla Cultura. Anche qui gli azzurri prevarranno con 8-9 ingressi. Il resto spetterà al Carroccio (si fa già il nome del capogruppo alla camera Roberto Cota) e Alleanza Nazionale, che preme per averne almeno 5 come contropartita. Con queste mosse, il premier porrebbe rimedio a due problemi: la difficoltà di conciliare tutti gli impegni di governo con le presenze in aula e in commissione, ma anche la necessità di soddisfare le richieste avanzate dagli alleati in attesa da tempo di essere "ricompensati" per garantire i delicati equilibri della maggioranza. Sui tempi, al momento, nessuna certezza. La questione non figura di certo all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri. Non è escluso che possa discutersene anche "fuori sacco". Gia.Ron.

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