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Napoli: regnano i sospetti per i nastri della Iervolino

Rosa Russo Iervolino

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Ormai si pesa ogni parola, temendo un passo falso: se possibile, è meglio non parlare proprio. Il Partito Democratico partenopeo è nella bufera, e trascina con sé l'intera maggioranza di centrosinistra. La nomina della nuova giunta comunale, invece che rasserenare gli animi, ha fomentato la crisi e l'incertezza, mandando in frantumi il Pd locale. E la polemica, ora, è sulla registrazione che il sindaco Rosa Russo Iervolino avrebbe effettuato del suo incontro con il segretario provinciale Luigi Nicolais e quello regionale Tino Iannuzzi, domenica mattina nel suo studio. Ma anche sul Partito Democratico napoletano, commissariato da Veltroni nel tentativo di riportare la pace. Enrico Morando arriverà in città la prossima settimana a ricoprire il vuoto lasciato dall'ex ministro del governo Prodi che ha sbattuto la porta piccato per il mancato azzeramento della giunta, più volte chiesto. Un addio plateale, proprio mentre Rosetta parlava delle sue scelte come orientate da una «linea condivisa». E sconfessata dall'amico-nemico, ha svelato il suo trucchetto: «Ho le registrazioni, se volete ve le faccio ascoltare». È questo l'«inciucio» che la politica napoletana ha trovato ieri mattina nella calza della Befana. L'uso di un registratore nascosto ha sorpreso e amareggiato Nicolais: «È stata una caduta di stile incredibile», così come Iannuzzi: «Non me ne sono accorto, né ero stato informato. Non mi ha mai intercettato mia moglie che è un pm, invece sarei stato registrato dal sindaco». Usa il condizionale, perché la domanda di tutti è: ma è successo davvero? Qualcuno avrebbe provato a chiedere il nastro, che pare sia nelle mani di un dipendente comunale, irreperibile dal pomeriggio di lunedì. Barzellette che circolano tra politici, dipendenti di Palazzo San Giacomo e giornalisti, tutti ormai curiosi di sapere chi, tra i due duellanti, dica il vero e chi no. Ma al di là del contenuto, a inquietare la maggioranza è l'idea che lo scontro all'interno del Pd sia arrivato ad un livello tale da richiedere l'uso di certi «mezzucci». Animi tesi e forte delusione nei vertici locali, consapevoli della brutta figura con Roma, incapaci di sconfessare completamente Nicolais - cui era stato chiesto di rimanere - così come di entrare in aperto conflitto con il sindaco, forte dell'appoggio di Veltroni. Bisognerà vedere come conciliare le varie correnti del partito, in un disperato tentativo di ricostruzione da compiere in vista dell'appuntamento elettorale con la Provincia da qui a sei mesi. Molto è ora nelle mani di Morando, il deus ex machina romano che potrebbe anche azzerare tutti gli organi del partito provinciale, quando in teoria era il momento di organizzarsi sul territorio. Se ne parlerà stamattina in una riunione del coordinamento del partito, dedicata proprio al «caso Napoli». In città la quiete sembra lontana, tanto più che il clima di tensione e sospetto interno al Pd si è propagato a macchia d'olio, finendo per spaccare ulteriormente il già lacerato centrosinistra. Scontento il Prc, che ha aperto una lite con il suo assessore in giunta, cui aveva chiesto di ritirarsi; infuriata anche la Sinistra Democratica, che rivendicava una poltrona. Opposizioni, insieme a quella dei fedelissimi di Nicolais, che potrebbero costare caro in consiglio comunale, dove si rischia la sfiducia. E si andrebbe davvero tutti a casa.  

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