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E ora si apre la «battaglia della Salute»

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Lui, classe 1944, faceva il medico nucleare del San Raffaele di Milano quando Silvio Berlusconi lo ha chiamato a Roma. Con la promessa di fare il ministro della Salute. Lei, la Martini, bella e ambiziosa, esperta di questioni legate alla sanità, da sempre nelle grazie di Umberto Bossi. Subito dopo l'insediamento del governo, è però Fazio a dettare la linea del dicastero di Lungotevere a Ripa. È lui ad avere le deleghe più importanti, è sempre lui ad aver attuato una piccola riforma del ministero (compreso qualche taglio), ed è sempre Fazio a pensare ad alcuni progetti, con taglio manageriale, per il Ssn italiano. Anche la ripartizione delle stanze tra i due non è stata affatto casuale. Fazio occupa da subito i locali dati in passato al ministro della Sanità, al secondo piano. La Martini è invece al quarto, piano da sempre concesso ai sottosegretari. Insomma, sono tanti piccoli segnali a dimostrazione di come, per Berlusconi Fazio occupasse già il ruolo principale, e che si trattava solo di aspettare i tempi giusti per l'ufficializzazione. Ora, se Berlusconi riuscirà a portare a casa questa nomina, difficile da dire. Il premier vuole Fazio e solo Fazio, ma gli "oppositori" al professore nel governo sono tanti e risoluti. C'è Gianni Letta che, ancora una volta, raccoglie le preoccupazioni di tutti, del Vaticano in testa che non vuole alla Salute un "non fedelissimo", e di una parte di Forza Italia. Lo stesso Letta qualche mese fa aveva ricordato che il ministro della Salute non c'è per via di «una riforma improvvida e non del tutto...salutare». Poi ci sono i due alleati contrari alla nomina: c'è An che oggi riunisce il suo direttivo per preparare una strategia di azione. E poi c'è la Lega: il partito di via Bellerio, più che scendere in campo per il suo sottosegretario, lo fa per ora in nome del federalismo. Intanto la Martini non commenta ufficialmente, aspetta solo di sapere come andrà a finire.

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