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Se il federalismo può salvare il Paese, il campanilismo può ...

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Quegli stessi signori che in Parlamento, nei primi anni '90, chiedevano a «Roma ladrona» di togliere le proprie mani dall'economia pubblica, oggi - dopo aver preso parte legittimamente ad ogni forma di governo e sottogoverno che è stato loro possibile - pretendono di spiegare che «Lufthansa è il partner ideale di Alitalia». Sarebbe un'ingerenza grave se ancora si trattasse un'azienda statale ma è tragicomico se pensiamo che ormai Alitalia (la parte buona, almeno) è di Cai, una società con capitali privati. Se effettivamente la compagnia tedesca è la soluzione migliore, e non è detto che lo sia, toccherà a chi ha messo i denari in Alitalia stabilirlo. In ogni caso, quello della Lega è un intervento a gamba tesa contro il mercato e contro lo stesso governo. Paradossalmente, per un Paese in cui si per comodità da la colpa di tutto a Berlusconi, proprio la presidenza del Consiglio con il premier ed il sottosegretario Gianni Letta hanno rappresentato un punto fermo e di garanzia nel lungo e travagliato calvario di Alitalia in questi mesi. Pur non avendo poteri esecutivi su questo dossier, Palazzo Chigi è stata una cerniera importante fra il nuovo commissario Fantozzi, i vertici di Cai, i sindacati, le parti tutte. La posizione della Lega e dei suoi ministri rappresenta un oggettivo tentativo di indebolimento dell'istituzione del governo Il Carroccio, come se non fosse parte rilevante della maggioranza (lo è stata per 8 anni negli ultimi 15), chiede quindi la liberalizzazione delle tratte aeree. Una misura di per se corretta e condivisibile anche dagli scali meridionali ma che finirebbe per alterare - per l'ennesima volta! - le regole del gioco mentre è in corso. Se però è, come sembra, una buona proposta: perché non presentarla in Parlamento senza diktat così minacciosi? D'altra parte, i contribuenti italiani, sia sopra che sotto la linea del Po, dovrebbero intentare una simbolica (ma non troppo) class action nei confronti di quegli amministratori pubblici (padani, ci sa tanto) che hanno voluto spendere fior di denari pubblici per un hub che forse il mercato non era in grado assorbire. Quei costi sono stati e sono ancora a carico di tutti i cittadini. Dal ridimensionamento di Alitalia poi chi pagherà il prezzo più alto? Gli scali ricchi del Nord o quelli poveri del Sud? Si accettano scommesse. Sapendo però che si sta giocando sulla pelle di un Paese che è ancora uno. Sia chiaro: quello che fa indignare non è che la Lega cerchi di far sentire la sua voce localista (sebbene sia al governo e questo le imponga chiaramente delle responsabilità e dei "costi"). Quello che desta amarezza è che il sindaco di Milano Letizia Moratti (Pdl) partecipi alla riunione del Carroccio e che il presidente della provincia Filippo Penati (Pd) rivolga un appello a Bossi perché salvi Malpensa. Si può abdicare così all'interesse generale ed al principio del libero mercato? Con i sindaci della Val di Susa che bloccano la Tav, i cittadini salentini che ora bloccano una discarica, il partito del Nord legittima chiunque a fermare l'Italia pur di tutelare il proprio orticello. A Palazzo Chigi, al Parlamento, agli imprenditori soci di Cai rivolgiamo anche noi un appello: all'interesse nazionale.

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