Ma la città si prepara a un anno da incubo
Lo sa lo stesso sindaco: in questi giorni di lavoro e febbrili incontri per ricostruire la squadra di giunta il lavoro dell'amministrazione è rimasto pressoché fermo. Ma il 2009, per chiunque siederà sulle poltrone, non sarà certo un anno facile. Rosetta l'ha ricordato più volte, e alla new entry al Bilancio Francesco Boccia spetterà l'arduo compito di far quadrare i conti di casa San Giacomo, che ha chiuso il 2008 dopo diverse, e faticose, manovre di assestamento di bilancio, per avviarsi verso un nuovo anno che si prospetta ancora più duro dei precedenti. I conti in rosso sono da record: i debiti fuori bilancio del Comune di Napoli, nel periodo che va dal primo gennaio al 31 ottobre 2008, hanno raggiunto quota 93.447.757,46 euro, somma delle delibere della giunta comunale regolarmente approvate dal consiglio; le rilevazioni per gli ultimi due mesi dell'anno devono ancora essere eseguite. E con i tagli ai Comuni, le cose — come più volte ha fatto notare un'allarmata Iervolino — potrebbero precipitare, con un inevitabile inasprimento delle tariffe e contemporaneo taglio dei servizi. Anche perché le operazioni di recupero di risorse finanziarie non sono affatto efficaci: un caso esemplare è la riscossione delle multe. La riscossione dei crediti è da sempre uno dei punti critici di questa amministrazione di centrosinistra: un verbale su quattro finisce nel dimenticatoio, e della sanzione pecuniaria inflitta al cittadino, nelle casse comunali non c'è traccia. Una perdita secca di cui non esiste stima certa, ma si parla di milioni di euro, e che aveva portato l'amministrazione a decidersi per l'esternalizzazione del sistema di riscossione. Nel 2007 era stato perciò stilato un bando di gara per l'affidamento a privati, poi vinta dal solito Romeo, ma l'affidamento, a più di un anno e mezzo di distanza, è ancora soltanto provvisorio per problemi «operativi»: in definitiva, il servizio non è mai partito. Così come non è mai partito il famoso Global service sulle strade, contratto per la manutenzione stradale da 400 milioni di euro: a bloccarlo, più che la sbandierata mancanza di fondi, l'inchiesta giudiziaria. Ma mentre se ne discute, ad ogni nuova pioggia le strade del capoluogo partenopeo diventano sempre più impraticabili: voragini, avvallamenti, manto d'asfalto rovinato ed usurato, pavimentazione a sanpietrini sconnesse. Servirebbero almeno 6 milioni di euro per rimetterle a posto, al momento ce ne sono solo 500mila. Così una seria riqualificazione è impossibile: la cifra basta appena per qualche intervento d'emergenza che certo non risolve il problema. Altro record negativo, i valori di inquinamento. Nel 2008 si sono contati 161 sforamenti dei limiti massimi consentiti di polveri sottili nell'aria, contro un tetto previsto dalla legge di soli 35. Non sono servite a niente le domeniche ecologiche, gli stop della circolazione e nemmeno la minaccia di denunce penali per quanti fossero stati trovati ad inquinare con la propria auto nei giorni di divieto: l'aria di Napoli è irrespirabile, e per questo la magistratura ha inviato nei mesi scorsi un avviso di garanzia all'assessore competente, il verde Rino Nasti, reo di non aver saputo adottare provvedimenti efficaci. Sullo sfondo della novantasettesima città d'Italia per qualità della vita c'è ancora il fantasma dell'emergenza rifiuti. Sacchetti in centro, certo, non se ne vedono più, ma basta spostarsi nelle periferie per rendersi conto che l'ottimismo è un azzardo. La strada per uscire definitivamente dall'incubo è ancora lunga. Ant. Scu.