Coppie di fatto, scoppia la polemica
Con queste parole, pubblicate ieri in un'intervesta rilasciata al nostro giornale, il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha riacceso una polemica che, ormai, si trascina da anni. Dai corridoi della Camera a quelli del Senato, dalle proteste di piazza ai salotti delle trasmissioni televisive è stato un continuo interrogarsi su quale fosse il modo migliore per affrontare la questione, senza mai venirne a capo. Così dopo il fallimento dei Dico (Diritti e doveri delle persone stabilmente convicenti) proposti dal governo Prodi II, il delicato fardello è passato nelle mani del governo Berlusconi IV con la proposta definita Didore (Diritti e doveri di reciprocità dei conviventi) arrivata dai ministri Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi. E proprio da Rotondi arrivano i primi apprezzamenti: «Finalmente si capisce che si tratta di un'iniziativa di ispirazione cristiana. Una legge su certi diritti è autorevole solo se condivisa da tutte le sensibilità del mondo cattolico. I Didore sono solo il primo di una serie di temi su cui sarà utile esercitare la capacità di dialogo tra laici e cattolici». Ma, tra i cattolici seduti in Parlamento, sia di maggioranza che d'opposizione, sembra proprio non esserci nessuna intenzione di chinare il capo nei confronti del riconoscimento delle coppie di fatto. Così se la deputato Teo-con del Pd, Paola Binetti, tuona: «Qualunque tipo di riconoscimento che nei contenuti giuridici e simbolici ponesse una sorta di equiparazione di coppie di fatto e matrimoni, troverebbe la stessa opposizione da parte nostra che ha trovato nella legislatura precedente», il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ricorda che «uno degli elementi fondanti di questa maggioranza è la difesa della famiglia così come definita dalla Costituzione della Repubblica». Ancora più diretto è il presidente al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri: «Non ci sono spazi per unioni gay, Dico, Didore e cose simili. In Parlamento non possono passare e non passeranno». Unico a difendere l'operato della Carfagna è il vicepresidente della Camera del Pdl Maurizio Lupi: «È inutile cercare di distorcere il pensiero del ministro Carfagna per accreditare una tesi preconfezionata. Le sue parole sono chiare: una legge che regolamenti le coppie di fatto non è nel programma». Anche se c'è chi spera in un'inversione di tendenza. Donato Robilotta, capogruppo Pdl in regione Lazio, sottolinea: «Il PdL non è solo il partito dei cattolici ma prende milioni di voti anche dai laici e dai socialisti, per ciò fanno bene Brunetta e Rotondi ad andare avanti sulla proposta di legge». Infine chi mette in guardia riguardo a possibili sciagure nel portare una legge simile in Parlamento è Maurizio Ronconi dell'Udc: «Porta male. Per la maggioranza di centro sinistra significò l'inizio della fine».