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Conti pubblici in rosso, Tremonti: «In linea con la Ue»

Tremonti

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Il fabbisogno, che misura il saldo di cassa tra le entrate e le uscite del 2008, balza a 52,9 miliardi dai 29,5 miliardi segnati a fine 2007. Il risultato finale (+79,3% rispetto all'anno precedente) è peggiore anche delle previsioni, che a settembre il governo aveva indicato a 45,2 miliardi nella Relazione Previsionale e Programmatica. A rassicurare gli italiani ci pensa però il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che sostiene: «I dati oggi disponibili sono pienamente in linea con gli impegni assunti in Europa dalla Repubblica italiana. È questa una ragione di fiducia per i cittadini e di orgoglio per il governo». Ad appesantire i conti è stato anche il mese di dicembre, che tradizionalmente registra un «avanzo» perchè contabilizza i versamenti del secondo acconto delle dichiarazioni fiscali. L'avanzo del dicembre 2008 è al lumicino. Solo 2,9 miliardi che si confrontano con i circa 15 miliardi che avevano invece alleviato i conti di fine 2007, consentendo anche di invertire il trend del rapporto debito-pil, ridotto dal 106,9% del 2006 al 104,1% del 2007. Per trovare un dato peggiore del fabbisogno annuale bisogna tornare al 2005, quando il deficit si attestò sui 59,3 miliardi e arrestò il trend calante del debito pubblico. La crisi - spiega il ministero dell'Economia nel suo comunicato - non ha favorito i conti del 2008 influenzati dalla «combinazione tra ciclo economico negativo e politiche anticicliche mirate a lasciare e/o immettere liquidità nel sistema». Sul fronte delle entrate si sono scaricati gli effetti della riduzione degli acconti Ires e Irap (decisi con il decreto anti-crisi) e la riduzione si è aggiunta all'effetto dell'«attenuazione del cuneo fiscale e dell'esenzione dell'Ici per la prima casa». Il fabbisogno ha risentito, inoltre, anche di maggiori spese: da quelle per i rimborsi fiscali, al rinnovo del contratto per il pubblico impiego, dall'anticipazione dell'estinzione dei debiti sanitari pregressi ai maggiori interessi pagati sul debito pubblico per l'aumento dei tassi. Il rosso registrato nel 2008 non è comunque automaticamente un brutto segnale per il 2009. Ad affermarlo è il consigliere economico del governo ombra, Stefano Fassina, che spiega come potrebbero essere così accolte le proposte del Pd di interventi di sostegno all'economia: «I dati sul fabbisogno statale sono il frutto di anticipi di uscite previste originariamente per il 2009 e posticipi di entrate. Questo permette di pensare al 2009 come un anno più leggero dal punto di vista del fabbisogno pubblico e consente di avere le risorse per quei provvedimenti di sostegno dell'economia che il Partito Democratico chiede ormai da tempo».

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